Uccisero il complice di una rapina, finita con la morte di un anziano, per evitare che facesse dichiarazioni compromettenti alle forze dell’ordine che indagavano.
Paolo Spitaletta, 52 anni di Tocco Caudio, dovra’ scontare 30 anni di reclusione, mentre il suo complice Pierluigi Rotondi, 32 anni, ne dovra’ scontare 18. Lo ha deciso la Corte d’assise d’Appello di Napoli che ha confermato, al termine del giudizio con rito abbreviato, la sentenza di primo grado emessa dal tribunale di Benevento il 29 gennaio 2020. Valentino Improta, 26enne pregiudicato di Montesarchio, fu ucciso a fucilate e il suo corpo lasciato nell’auto di sua madre data alle fiamme.
Fu ritrovato carbonizzato il 4 maggio 2018 nei pressi di un’area pic nic sul monte Taburno. Improta pago’ con la vita l’aver minacciato di rivelare che era coinvolto nella rapina messa a segno in una villetta di Montesarchio ad aprile 2018, con il pestaggio terribile di un anziano, morto dieci giorni dopo il colpo per le ferite riportate. Improta pretendeva che, se arrestato, Spitaletta provvedesse al sostentamento della sua famiglia. E invece il giovane pregiudicato fu attirato sul Taburno con un pretesto e li’ ucciso dai suoi complici.
Articolo pubblicato il giorno 11 Febbraio 2021 - 20:55