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Si allarga sempre di più in Argentina l’inchiesta sulle cause della morte di Diego Armando Maradona, avvenuta per un edema polmonare acuto conseguente a insufficienza cardiaca lo scorso 25 novembre, pochi giorni dopo aver compiuto 60 anni. Diventano infatti cinque le persone indagate dalla Procura Generale di San Isidro, titolare dell’indagine. Dopo il dottor Leopoldo Luque e la psichiatra Agustina Cosachov, secondo quanto riferiscono i media argentini sarebbero indagati anche lo psicologo Carlos Díaz e gli infermieri Ricardo Almirón e Dahiana Gisela Madrid. Tutti e tre a vario titolo erano stati nella casa di Tigre dove Diego era stato trasferito dopo essere stato dimesso dalla clinica di La Plata, dove era stato ricoverato per un crollo emotivo. Sono accusati di aver mentito nel corso dei primi interrogatori dopo la morte del Diez.
In particolare, gli inquirenti vogliono fare luce sull’attività dello psicologo Diaz che aveva preso in cura Maradona nel settembre 2020 ed era guardato con sospetto sia dal dottor Luque che dall’ex psichiatra di Diego, la Cosachov. Secondo i due (accusati di sospetta imperizia), Diaz aveva assunto un ruolo sempre più preponderante nella vita di Maradona. Negli ultimi mesi, infatti, aveva più volte visitato il campione argentino e secondo i pubblici ministeri era perfettamente al corrente del tipo di trattamento medico a cui Maradona era sottoposto. Inoltre, secondo i media argentini il dottor Diaz stesso aveva prescritto una terapia a base di farmaci che non poteva non tenere in considerazione il quadro clinico complicato dell’ex Pibe de Oro.
Accuse molto gravi ma ovviamente ancora tutte da confermare. Non solo, i magistrati argentini vogliono fare luce anche sui comportamenti dei due infermieri che hanno assistito Maradona fino alle ultime ore di vita. Ricardo Almirón è considerato l’ultimo ad aver visto Maradona vivo, ma insieme all’altra infermiera Dahiana Gisela Madrid sono indagati per falsa testimonianza. Nel corso del loro primo interrogatorio come testimoni, infatti, avevano assicurato di aver controllato i parametri vitali dell’ex numero 10 del Napoli intorno alle 9.30 del mattino in cui poi morì. Successivamente i due hanno cambiato versione confessando di essere entrati per l’ultima volta nella camera di Maradona solo la notte precedente. Con ogni probabilità, i tre nuovi indagati saranno convocati di nuovo dagli inquirenti nei prossimi giorni per essere interrogati.
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