La Procura della Repubblica presso il Tribunale di Napoli Nord ha stipulato, il 23 giugno 2016, un accordo di collaborazione scientifica con l’Istituto Superiore di Sanità, “finalizzato allo scambio di dati ed informazioni derivanti dalla sorveglianza epidemiologica della popolazione residente nel Circondario di Napoli Nord, con specifico riferimento agli eccessi della mortalità, dell’incidenza tumorale e dell’ospedalizzazione per diverse patologie, che ammettono fra i loro fattori di rischio accertati o sospetti, l’esposizione a inquinanti”.
Una prima parte dei risultati conseguiti, soprattutto sul fronte della caratterizzazione ambientale riferita ai siti di smaltimento dei rifiuti, è stata già oggetto di presentazione pubblica nel mese di giugno del 2019, con la partecipazione degli enti pubblici interessati e dei principali stakeholders.
Il minuzioso lavoro di raccolta, integrazione ed analisi di tutti i dati ambientali disponibili, relativi ai siti di rifiuti, per il territorio in esame ha permesso di caratterizzare il territorio di ciascuno dei 38 comuni dell’area in studio in termini di impatto ambientale dovuto alla presenza di siti di smaltimento controllato e/o incontrollato di rifiuti, evidenziando le aree comunali maggiormente “impattate”.
Questa mattina è stato presentato il Rapporto conclusivo dei lavori svolti in base a tale Accordo, alla presenza del Procuratore Generale presso la Corte di Appello, dottor Luigi Riello e del Presidente dell’Istituto Superiore di Sanità, prof. Silvio Brusaferro.
L’indagine, si ribadisce, è stata svolta allo scopo di costruire una mappa interrogabile dei siti di smaltimento dei rifiuti presenti sul territorio di competenza della Procura della Repubblica di Napoli Nord ed evidenziare le aree nelle quali le attività illegali ovvero non controllate di smaltimento di rifiuti possono aver avuto, oppure hanno tuttora, un impatto sulla salute delle popolazioni che vi risiedono.
“Il presente Accordo – afferma il Presidente dell’ISS Silvio Brusaferro – rappresenta un esempio virtuoso di collaborazione tra enti ed istituzioni con ruoli e funzioni diverse. L’indagine ha evidenziato delle criticità relative all’impatto dei rifiuti sulla salute. Questo – prosegue il Presidente – conferma la necessità di sviluppare un sistema di sorveglianza epidemiologica integrata con dati ambientali nell’intera area della Regione Campania e in particolare nelle province di Napoli e Caserta, così come nelle altre aree contaminate del nostro Paese, in modo da individuare appropriati interventi di sanità pubblica, a partire da azioni di bonifica ambientale. Per tutte le azioni di prevenzione e bonifica, condivise con le Autorità e le popolazioni coinvolte – conclude – , l‘Istituto è pronto a collaborare con le Autorità e le Istituzioni locali e regionali”.
Al di là delle importanti ricadute sul piano investigativo, si reputa opportuno rappresentare le principali considerazioni contenute nel Rapporto conclusivo:
“Il territorio dei 38 comuni del Circondario della Procura della Repubblica di Napoli Nord, con una superficie totale di 426 km2, è interessato dalla presenza di 2.767 siti di smaltimento controllato o abusivo di rifiuti, anche pericolosi, in 653 dei quali risultano anche avere avuto luogo combustioni illegali. Nei comuni dell’area in esame, si è stimato che 354.845 abitanti, pari al 37% della popolazione, risiedano entro 100 metri da almeno un sito, ma spesso da più di uno, e questo determini una molteplicità di fonti di esposizione pericolose. Si tratta palesemente di una elevatissima densità di sorgenti di emissioni e rilasci di composti chimici pericolosi per la salute umana. Seppure il fenomeno sembra essere diffuso nell’intera area, le popolazioni residenti in alcuni comuni esperiscono un rischio maggiore di esposizione ai contaminanti emessi/rilasciati da siti di smaltimento di rifiuti.”
Dalle analisi sull’andamento del rischio sanitario in funzione dei valori dell’indicatore di rischio da rifiuti stimato per ogni Comune (IRC) all’interno dell’area indagata, è emerso un maggior rischio per alcune patologie nei comuni maggiormente impattati da siti di rifiuti (secondo la tabella IRC allegata).
I risultati indicano in particolare che:
• “la mortalità e l’incidenza per tumore della mammella è significativamente maggiore tra le donne dei comuni inclusi nella terza e quarta classe dell’indicatore di esposizione a rifiuti (livello di rischio da rifiuti maggiore) rispetto ai comuni della prima classe, meno impattati dai rifiuti;
• l’ospedalizzazione per asma nella popolazione generale è significativamente più elevata, sia negli uomini che nelle donne, nei comuni maggiormente impattati dai rifiuti (terza e quarta classe dell’indicatore comunale di esposizione a rifiuti);
• la prevalenza dei nati pretermine è significativamente più elevata nei comuni della seconda, terza e quarta classe dell’indicatore, rispetto alla prima;
• la prevalenza di Malformazioni Congenite (MC), nel loro complesso, è significativamente più elevata nei comuni della Classe 4 dell’indicatore IRC (più impattati da rifiuti), rispetto alla prima. Nei comuni della classe 4 di IRC è maggiore anche la prevalenza delle MC dell’apparato urinario;
• nella popolazione della classe di età tra 0 e 19 anni, l’incidenza di leucemie e i ricoverati per asma aumentano significativamente passando dai comuni della Classe 1 a quelli delle Classi successive di IRC, con il rischio maggiore nei comuni della Classe 4 (la più impattata dai rifiuti).”
“Questi risultati, evidenziano nel complesso un possibile ruolo causale e/o concausale dei siti di rifiuti, in particolare quelli incontrollati e illegali di rifiuti pericolosi, comprese le combustioni, nell’insorgenza di queste malattie.
Aver focalizzato le analisi a specifiche patologie che riconoscono tra i fattori di rischio l’esposizione ai rifiuti e/o a contaminanti da essi rilasciati, le cosiddette patologie a priori, rende più confidenti nel possibile ruolo causale o concausale delle esposizioni in studio.
Inoltre, il territorio indagato può ritenersi abbastanza omogeneo, in termini di accesso alle cure e di stato socio-economico delle popolazioni, per cui si può ragionevolmente ritenere che i risultati delle analisi di regressione per classi di comuni di IRC, condotte all’interno dell’area in studio, siano al netto di questi fattori.
La raccolta e l’analisi dei dati sanitari delle diverse fonti informative accreditate disponibili ha permesso di fornire un quadro dello stato di salute nell’area in esame, evidenziando anche le situazioni locali che meritano specifiche attenzioni. Alcuni comuni, infatti, presentano eccessi di specifiche patologie in termini di mortalità, ospedalizzazione, incidenza dei tumori, prevalenza di malformazioni congenite e di nati pretermine o con basso peso. Per alcune patologie è stata evidenziata una correlazione con il rischio di esposizione a rifiuti.
I risultati dell’indagine, resa possibile dalla collaborazione con gli enti e le istituzioni regionali, seppure non conclusivi, evidenziano l’urgenza di specifici interventi: bloccare qualsiasi attività illecita e non controllata di smaltimento di rifiuti, bonificare i siti con rifiuti e le aree limitrofe che possono essere state interessate dai contaminanti rilasciati da questi siti; incentivare un ciclo virtuoso della gestione dei rifiuti, attualmente già attivo in alcune aree della Regione Campania; attivare un piano di sorveglianza epidemiologica permanente delle popolazioni; implementare interventi di sanità pubblica in termini di prevenzione-diagnosi-terapia ed assistenza”.
Sul sito web della Procura della Repubblica presso il Tribunale di Napoli Nord (www.procuranapolinord.it) sarà possibile consultare e scaricare il video relativo alla illustrazione dei risultati dell’indagine svolta dall’Istituto Superiore di Sanità.
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