I finanzieri del II Gruppo, nel contesto di specifiche attività di analisi di rischio e di osservazione del territorio, hanno individuato nel sedime portuale partenopeo un’area di circa 500 metri quadri in cui erano ammassate tonnellate di rifiuti speciali, parte dei quali classificabili quali “pericolosi”.
Il sito di stoccaggio nel porto di Napoli illegale si trovava nel più ampio contesto della concessione demaniale di una società amministrata da un 68enne puteolano.
Le Fiamme Gialle hanno rinvenuto tra l’altro, cinque container contenenti rifiuti speciali e non (materiali ferrosi e in legno, lattine di vernice ancora piene), una betoniera, una gru mobile per sollevamento, due automezzi e numerosi motori per camion.
All’interno di cassoni e autocarri erano poi stivati pneumatici usati, materiali ferrosi, tegole e scarti di lavorazione di varia natura.
Al termine l’intera area è stata sottoposta a sequestro e il responsabile è stato denunciato all’Autorità Giudiziaria per attività di gestione, deposito e stoccaggio di rifiuti senza le previste autorizzazioni.
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