[Comunicato Stampa]
“Screen Life Theatre”. La casa che diventa scena. Azioni performative che dalle case degli attori raggiungono le case degli spettatori. Sono le nuove frontiere del teatro digitale. Una necessità ai tempi del distanziamento sociale nell’era della pandemia da Covid-19 divenuta virtù e buona pratica di insegnamento nell’ambito del percorso didattico della terza edizione del Master in “Teatro, pedagogia e didattica. Metodi tecniche e pratiche delle arti sceniche”, una delle grandi eccellenze del Centro di Lifelong Learning dell’Università Suor Orsola Benincasa di Napoli.
Sabato 13 febbraio alle ore 15.30 in diretta streaming sulla pagina Facebook del Suor Orsola (www.facebook.com/unisob/live) il progetto “Screen Life Theatre”, diretto dal regista Marcello Cotugno, sarà il passo finale, aperto al pubblico, di questa particolare edizione del Master che ha alternato didattica a distanza ed esperienze performative in presenza, rigorosamente in mascherina, con un team di docenti di altissimo profilo. Tra gli altri l’attore e regista Francesco Cordella, la regista Giuliana Pisano, il coreografo internazionale Alexandre Roccoli, e uno dei massimi esperti italiani di pedagogia e didattica come Pier Cesare Rivoltella.
“Abbiamo ricevuto in pieno viso il fascio di tenebre del contemporaneo”. Nadia Carlomagno, direttore scientifico e artistico del Master, cita le parole del filosofo Giorgio Agamben, per raccontare “l’esperienza pedagogica decisamente atipica ma quanto mai formativa” della terza edizione di un percorso di alta formazione che a Settembre ripartirà anche con un Master di II livello. “Siamo stati svuotati dell’azione performativa più coinvolgente che possiamo mettere in campo, l’abbraccio, simbolo della relazione e del con-tatto, del sentire l’altro”, spiega la Carlomagno.
Ed è stato proprio il buio del contemporaneo che ha reso necessaria e indispensabile, anche per il percorso del nostro Master in Teatro, la costruzione di nuovi canali di sperimentazione a sostegno di una possibile relazione che incentivasse l’attivazione di modalità di apprendimento e di relazione, anche attraverso canali virtuali, sostenendo in tal senso la “socializzazione a distanza” che il Rettore del Suor Orsola, Lucio d’Alessandro, ha saputo coniare come cifra di una nuova sfida delle Università italiane al tempo del Coronavirus”.
Anche per queste specificità c’è grande attesa per la giornata di sabato organizzata in collaborazione con l’International Research Group Bio-Educational Embodied Research on Performing Activities (B-ErPa) che si aprirà alle 10.30 in diretta streaming sulla pagina Facebook del Master (http://www.facebook.com/teatro.pedagogia.didattica) con le performance degli allievi del corso base, che guidati dal tutor Francesco Cordella, proporranno una scrittura creativa e interpretativa tratta dal romanzo “Il naso” di Gogol.
Nel pomeriggio a partire dalle 15.30 spazio allo “Screen Life Theatre” che mutua la terminologia e la sua progettualità dal quasi omonimo Screen Life Cinema, un tipo di sperimentazione cinematografica sviluppatasi negli ultimi anni, nella quale i registi si impegnano a usare esclusivamente lo schermo del computer come mezzo dello storytelling.
Sulla scena virtuale allestita dall’Università Suor Orsola Benincasa gli allievi del corso avanzato del Master, con la guida del regista Marcello Cotugno, prendendo spunto da materiali tratti dalle raccolte del collettivo inglese Dark Mountain, tutte incentrate sul tema dell’ecologia e della sostenibilità, realizzeranno una performance attraverso l’uso del software ManyCam, un vero e proprio studio televisivo casalingo, dove, nei limiti imposti dal distanziamento, gli allievi potranno fruire di dodici postazioni video. Webcam, smartphone, telecamere di sorveglianza, slide fotografiche, loop audio e video, collegamenti Zoom, svolgeranno la funzione di trigger creativo per immaginare un modo nuovo di andare in scena mantenendo una delle caratteristiche proprie del teatro: la diretta.
“Molto spesso nei momenti di crisi – evidenzia Nadia Carlomagno – l’uomo aguzza l’ingegno trovando nuovi stimoli. Ecco che questo nostro percorso non vuole certo sostituire o sorpassare il teatro dal vivo, una necessità imprescindibile del nostro vivere e pensarci come società, che ci auguriamo possa tornare quanto prima, ma vuole stimolarci ad andare oltre confine, in nuovi luoghi, dove sperimentare e sbagliare, allenare il nostro corpo e la nostra mente ad esistere e resistere come artisti e artigiani dello spettacolo”.
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