“L’enigma del Cristo Velato” è il romanzo d’esordio del napoletano Emanuele Scherillo, attore professionista e formatore
[Comunicato stampa di Laura Bufano]
Edito da Giazira scritture, finito di stampare nell’aprile del 2020. Lo Scherillo, come molti della sua generazione si reinventa come scrittore e prende in prestito, per l’ indagine dell’ispettore Gennaro Russo, la Cappella Sansevero, il complesso museale che ospita splendide opere barocche, e soprattutto la celebre scultura marmorea di Giuseppe Sammartino, il “Cristo Velato”.
Il giallo parte con l’omicidio di Francesco Maria dei principi Di Sangro, ritrovato proprio ai piedi del Cristo Velato. L’ispettore Russo del commissariato San Lorenzo, è chiamato a recarsi sul posto. Viene così avviata un’indagine investigativa volta allo smascheramento del colpevole e del motivo che lo ha spinto a quel forte gesto. La storia personale dell’ispettore Russo parte dal contesto in cui è nato e cresciuto e accompagna il lettore fino alla sua attuale realtà: uomo giovane, con un grande intuito e un forte senso di giustizia, da ragazzo uno sciupafemmine che non è riuscito mai ad amare veramente. Accanto a lui un collega e non solo, Il brigadiere Caputo, una persona che nutre per lui un grande affetto.
Il passato non scompare mai completamente, sicché quelli che erano stati i suoi amici d’infanzia rientrano nella sua indagine, si tratta di: Peppe ‘o crick, Sasà ‘o sorice e Pasqualino ‘o lione. All’epoca un vero e proprio branco, tutti giovanissimi, e lui, Gennaro Russo detto Marlboro, per un periodo di tempo ne aveva fatto parte. L’educazione ricevuta da una zia, quando era rimasto orfano, lo aveva portato nella direzione opposta degli amici. Nel romanzo prevalgono gli ambienti esterni che rivelano la conoscenza dei luoghi da parte dello scrittore. Siamo nel 2018, Napoli è un po’ la protagonista del racconto, almeno una parte di Napoli che nonostante tutto rimane sempre la stessa, non muta. Sono presenti nel romanzo molti flashback: i racconti della storia dei componenti del branco, un personaggio della camorra, e le storie degli eredi dei Principi di Sangro: Leonardo, Antonino e Cecilia, infine non manca una storia d’amore, di quelle che fanno battere il cuore dell’ispettore.
Via, via che l’indagine avanza vengono ritrovate delle scritte, apparentemente incomprensibili, lasciate sui luoghi dei delitti. Russo si trova a dover indagare su un serial killer con tanto di suspense per il lettore. L’approccio al romanzo può essere scettico, nel senso che il lettore pensa al solito giallo considerandolo ormai una maniera di cavalcare l’onda, però una grande curiosità rispetto al luogo dove viene ritrovato il primo cadavere, cioè la Cappella Sansevero, sprona alla lettura del romanzo.
L’autore si serve di una scrittura fresca e verosimile che porta a voler leggere il romanzo tutto di un fiato fino alla scoperta della verità. Le indagini dell’Ispettore Russo non si fermano qui, è infatti in corso la stesura del secondo romanzo di Emanuele Scherillo perché nella sua scrittura l’immaginazione non trova difficoltà ed è carica di passione per la Storia, per l’Arte e per la sua Napoli.
Articolo pubblicato il giorno 24 Febbraio 2021 - 09:01 / di Cronache della Campania