E’ stata la società Acqua Campania, proprietaria dell’area estesa per circa 2,5 chilometri quadrati, a effettuare le operazioni di bonifica su sollecitazione della Procura di Santa Maria Capua Vetere e delle Fiamme Gialle.
Proprio l’ufficio inquirente diretto da Maria Antonietta Troncone aveva infatti chiesto e ottenuto dal giudice per le indagini preliminare il sequestro dell’area, avviando l’iter per la bonifica, che è stato piuttosto lungo, complice anche i quasi dodici mesi di stop per l’emergenza Coronavirus.
Le operazioni di rimozione, partite invece poco meno di due settimane fa, sono state molto veloci. La mega-discarica scoperta dai finanzieri della Compagnia di Caserta (guidati dal capitano Pietro Gentile), sorgeva nei pressi dello stadio comunale e del mercato di San Prisco, poco fuori dal centro abitato; sul terreno ma anche sottoterra, erano stati depositati in modo illecito rifiuti speciali e pericolosi, come lastre d’amianto frantumate, guaine bituminose, pneumatici, barattoli di vernice, elettrodomestici e materiali di risulta provenienti dall’attività di demolizione. In totale sono state rimosse 120 tonnellate di rifiuti, di cui una metà costituiti da amianto.
La bonifica, le cui fasi sono state seguite interamente dalle Fiamme Gialle, si è resa necessaria e urgente per evitare contaminazioni delle falde acquifere; a soli due metri di profondità dalla superficie del terreno, passano infatti le condutture dell’acquedotto Campania Occidentale, che serve la città di Napoli e parte della sua provincia così come molti comuni del Casertano.
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