Apprendiamo, con non poche perplessità, della realizzazione, negli ultimi giorni, di un bando, a cura del servizio sanitario Emilia Romagna, azienda sanitaria locale di Piacenza, relativo al conferimento di incarichi libero-professionali occasionali per una collaborazione coordinata e continuativa finalizzata al reclutamento di operatori socio sanitari (Oss) per l’attuazione del piano di somministrazione dei vaccini anti Covid-19.
Da un lato, almeno all’apparenza, tutto sembra perfettamente in regola. Del resto la possibilità di inserire personale di supporto, con funzioni secondarie, a integrare il ruolo primario, nell’ambito del piano vaccini, di professionisti della sanità quali gli infermieri, era previsto anche dalla Circolare Organizzativa del Ministero della Salute dello scorso dicembre.
Se non fosse però, che, come al solito, nell’Italia dei paradossi, per costruire un edificio perfetto che non crolli il giorno successivo alla conclusione dei lavori, si comincia, ahimè, dai dettagli, come dal colore delle pareti delle stanze interne da arredare, non certo dalle fondamenta dell’edificio come invece si dovrebbe.
Cosa sta succedendo nel nostro sistema sanitario? In piena emergenza pandemica, con un piano vaccini mai decollato, cosa facciamo? Partiamo ancora dalla coda, organizzando un bando per reclutare il personale di supporto, con tutto il rispetto per quest’ultimo.
Dove sono gli infermieri? Perchè ancora una volta le Asl e le Regioni italiane si muovono senza alcun tipo di coordinamento tra di loro?
Perchè il Commissario Arcuri non si preoccupa di redigere l’unico bando che potrebbe salvarci dal virus? Ovvero quello per acquisire la disponibilità degli infermieri che già sono in forze presso le Asl italiane? Alla fine parliamo di colleghi già in servizio, e che ogni giorno ci confermano, attraverso i nostri rappresentanti, la loro disponibilità a scendere sul campo.
Insomma, le forze le abbiamo dentro casa! Eppure, nonostante questo, noi stiamo qui a sbatterci la testa, ad evidenziare che ci sono anche le risorse! Quelle messe a disposizione dalla legge finanziaria del 30 dicembre scorso per le cosiddette prestazioni aggiuntive!»
Così Antonio De Palma, Presidente Nazionale del Nursing Up, partendo dal bando per gli Oss dell’Emilia Romagna, evidenzia ancora una volta le lacune del “progetto Arcuri” che adesso, con il passare del tempo, accumulando ritardi su ritardi, assumono i contorni del rischio reale, a discapito della salute degli italiani.
Dove li troveranno più di 21 mila infermieri liberi, per concludere entro l’anno in corso la “missione vaccini”?
Infatti, alla luce dei dati emersi, se dividiamo il numero complessivo delle somministrazioni necessarie per 60 milioni di cittadini, e quindi 120 milioni di dosi (tra prima e seconda somministrazione), ad un ritmo di 504 somministrazioni per vaccinatore al mese, e dividendo poi il valore ottenuto per il numero dei mesi che ci separa dalla fine dell’anno 2021, otterremo come risultato, affinchè possa essere garantita l’effettuazione di 120 milioni di somministrazioni entro tale data, che occorre assumere almeno 21645 infermieri a tempo pieno. Altro che le 4000 domande messe insieme da Arcuri!
A questo punto noi continuiamo a chiederci: serviva davvero spendere 25 milioni di euro per pagare agenzie esterne quando con un bando destinato agli infermieri pubblici, e la creazione di una banca dati, potevano essere direttamente le regioni ad utilizzare i professionisti infermieri vaccinatori che avrebbero di certo dato la loro disponibilità?
Possibile che nessuno si renda conto che di questo passo, come Sindacato lo andiamo evidenziando da settimane, senza il ruolo indispensabile, sul campo, degli infermieri pubblici, impiegheremo dai 3 ai 4 anni per portare a compimento il piano vaccini? Ce lo possiamo davvero permettere?
Non vorremmo che tutto si riducesse ancora una volta a una triste, tristissima questione di soldi, per evitare di pagare compensi dignitosi a meritevoli professionisti della sanità necessari come il pane per vincere la battaglia».
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