Il primo decreto sull’emergenza Covid del governo di Mario Draghi conferma la linea del rigore e introduce, anzi, un ulteriore inasprimento rispetto al provvedimento che scadra’ il 25 febbraio, frenando, per ora, il pressing delle Regioni ma anche di parte della nuova maggioranza, a partire dalla Lega. Per altri 30 giorni, dunque, la mobilita’ sara’ interdetta in tutta Italia, ad eccezione degli “spostamenti motivati da comprovate esigenze lavorative, situazioni di necessita’ e motivi di salute” e per far rientro “alla propria residenza, domicilio o abitazione”.
Si continuera’ a procedera’ con zone rosse e restrizioni a livello locale, che devono scattare appena vengono individuati i primi segnali di un innalzamento dei contagi e possono essere decise direttamente dai presidenti di regione. Come sta gia’ avvenendo in queste ore: da mercoledi’ e fino al 5 marzo a Ventimiglia e Sanremo, i centri piu’ vicini a Nizza dove si e’ registrato un imponente aumento dei contagi, saranno chiuse tutte le scuole mentre solo per Ventimiglia e i comuni limitrofi scattera’ anche il divieto di asporto e quello di vendita di alcolici dalle 18. In zona arancione sono invece passati 20 comuni della provincia di Ancona, capoluogo compreso. E Brescia e Napoli potrebbero andare in lockdown nelle prossime ore.
Una scelta in linea con quanto sollecitato dagli scienziati che da tempo ripetono come il blocco degli spostamenti sia una delle chiavi per tentare di arginare il diffondersi delle varianti del virus. Ma il Consiglio dei ministri e’ andato oltre, ritenendo anche necessario modificare la norma che consentiva tra le 5 e le 22 la possibilita’ di andare a trovare amici o parenti in un’abitazione diversa dalla propria, una sola volta al giorno e in massimo due persone oltre ai figli minori di 14 anni. Il vecchio decreto consentiva questo tipo di spostamenti all’interno della regione in zona gialla e nell’ambito comunale in quella arancione e rossa. Il testo approvato oggi, invece, li vieta nelle zone rosse dove, di fatto, si tornera’ ad un lockdown come a marzo: da casa si potra’ infatti uscire, a parte i motivi di lavoro, salute e necessita’, solo per fare attivita’ motoria o sportiva nei pressi della propria abitazione.
Resta infine confermata la misura che consente a chi abita nei Comuni con meno di 5 mila abitanti di poter muoversi anche verso comuni diversi, ma in un raggio di 30 chilometri e non nei capoluoghi di provincia Una stretta ulteriore che conferma i timori del governo e che e’ passata nonostante all’interno della maggioranza le posizioni siano tutt’altro che unitarie, con la linea rigorista del ministro della Salute Roberto Speranza contrastata apertamente da Matteo Salvini.
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