Una giornata di mobilitazione con un obiettivo chiaro: “No all’assalto al Recovery Fund”.
E’ il punto centrale che ha spinto la CUB ad organizzare decine di presidi nella giornata di oggi davanti alla Prefetture di diverse città e a Montecitorio a Roma.
Centinaia di persone sono scese in piazza a Napoli, Pisa, Catania, Torino, Milano, Pavia, Caserta, Foggia, Palermo, Verona e nella capitale. Un “NO” al governo Draghi anche a tutela di tutte quelle categorie di lavoratori ferme da oltre un anno e senza reddito a causa della pandemia: “Siamo di fronte a un problema serissimo – ha dichiarato Marcello AMENDOLA, Segretario Nazionale della CUB, presente al presidio alla Prefettura di Napoli – oggi qui sono presenti diverse categorie di lavoratori completamente tagliate fuori dal mondo. Sono tutti precari: dagli stagionali del turismo, a coloro che lavorano per le imprese di pulizie, poi quelli del trasporto. Vivono fuori dal mercato del lavoro già da un anno e sicuramente lo saranno fino all’anno prossimo. Ogni tanto qualcuno allunga un bonus pensando che questi lavoratori possano vivere di quello. E’ inaccettabile”.
“Servono ammortizzatori sociali seri, veri, degni e un reddito minimo garantito per tutti” ha continuato Marcelo AMENDOLA. La CUB chiede al governo Draghi un deciso cambio di rotta e ha presentato una serie di proposte concrete:
– Un nuovo modello di sviluppo
– Un forte welfare pubblico a partire dagli investimenti nella sanità
– Aumento dei salari e difesa dei diritti del lavoro
– Continuità del reddito in forma universale e dignitosa
– Rilancio della programmazione economica per contrastare il declino industriale
– Sviluppo di una produzione socialmente ed ecologicamente orientata
– Partecipazione e controllo dei lavoratori a tutti i livelli
Articolo pubblicato il giorno 25 Febbraio 2021 - 19:49