Eroi ma con stipendi tagliati e la richiesta di restituzione di somme arretrate per 90mila euro: è quanto accade ai medici del Servizio emergenza territoriale 118 della Campania.
Il Sindacato di base annuncia lo stato di agitazione e in un comunicato denuncia le gravi violazioni sindacali nei confronti dei medici convenzionati per il servizio del 118. “E’ stato comunicato ai medici in servizio presso l’emergenza territoriale 118 convenzionata la incredibile informazione, secondo la quale sarà operata una pesante decurtazione dello stipendio di oltre 800 euro mensili, con richieste di restituzioni di somme arretrate ammontanti ad oltre 90.000 euro” scrive in una nota il sindacato. “Ciò avviene proprio in un periodo in cui, anche a questi lavoratori, viene chiesto uno sforzo spesso definito eroico, ma che va sicuramente ben oltre i propri impegni contrattuali, il tutto in un sistema di garanzie e tutele per la salute e la sicurezza di tali lavoratori, che gli stessi ambienti scientifici non esitano a definire insufficiente e lacunoso. Per questo il Sindacato Generale di Base ha convocato lo stato di agitazione dei medici in servizio presso l’emergenza territoriale 118 convenzionata”.
Il sindacato poi ripercorre le fasi di una vicenda che si trascina fin dal 1999 quando la Regione Campania concertò con i lavoratori “il passaggio dal servizio di guardia medica ordinaria al nascente sistema di emergenza sanitaria territoriale, in applicazione tardiva ad obblighi di legge nazionale, servizio di cui tutta la popolazione e tutti gli operatori, in tutte le strutture sanitarie, hanno dovuto valutare la centralità e fondamentale funzione”. “Quell’accordo infausto prevedeva, infatti, che una parte dei medici già in servizio nella continuità assistenziale (ex guardia medica) accettasse di essere trasferita alla nuova funzione di emergenza sanitaria territoriale – 118, – scrive il sindacato – ciò dovendo prevedere un adeguamento stipendiale che assorbisse un incentivo economico (5,16 euro all’ora) a parziale riconoscimento delle maggiori responsabilità, maggiori rischi per sé e per gli assistiti, disagi logistici e di modalità, più acuti stress lavorativi correlati, anche relativi ai ben noti fattori ambientali e contestuali”.
“Dopo più di venti anni, negli ultimi mesi viene più volte e dalle diverse sedi istituzionali e gestionali della Regione Campania richiamato un intervento della Corte dei Conti, che pare comunque di carattere interlocutorio e tendente ad ottenere ulteriori chiarimenti sulla vicenda; si può pensare che la Regione Campania abbia commesso degli errori materiali nel non sapere confutare un preteso danno all’erario derivante dal perdurante ed in ogni caso legittimo riconoscimento dell’incentivo economico, danno che invece si può facilmente dimostrare essere rovesciato in un vantaggio permanente per i bilanci regionali. Per altro il valore di tale incentivo si è andato depauperando in ragione delle gravi e aumentate carenze di personale e mezzi, con continui tagli alle spese sanitarie che hanno indotto una progressivo e pericoloso incremento della già strutturale insufficienza degli organici dei pronto soccorso”. Una situazione insostenibile, secondo il sindacato, che ha prodotto un atteggiamento vessatorio nei confronti dei medici del 118. “In questa situazione – sostengono – sarebbe difficile affrontare l’emergenza sanitaria in atto, ma addirittura impossibile avviare una fase di effettivo rilancio della sanità pubblica, e si favorirebbero fenomeni di abbandono e deresponsabilizzazione del personale”.
Articolo pubblicato il giorno 15 Febbraio 2021 - 18:48