Il tutto pero’ senza abbassare la guardia perche’ le varianti corrono e impongono strette mirate ed immediate. Le Regioni chiedono questo al nuovo governo, vogliono una diga ai contagi che rischiano di aumentare progressivamente, ma anche misure che tengano conto dell’oggettiva realta’ dei casi sul territorio. Ma sulla possibilita’ di una Italia tutta arancione, ovvero di restrizioni omogenee per l’intero territorio nazionale, si registrano dissensi all’interno della Conferenza delle Regioni. Sulla proposta avanzata ieri dal presidente Stefano Bonaccini concordano la Toscana, la Campania, la Lombardia, ma il vicepresidente della Conferenza Giovanni Toti, governatore ligure, ha espresso la sua contrarieta’.
“Il paese si aspetta di ripartire”, ha detto. E ha proposto una zona gialla nazionale, dunque con aperture di ristoranti, sport e spettacolo, e di estendere i passaggi di colore soprattutto a livello provinciale e comunale. Dissidi insomma anche se tutte le regioni concordano su una comunicazione tempestiva delle misure. E davanti ad un’ipotetica Italia tutta arancio oggi ha tuonato anche il leader della Lega Matteo Salvini. “Basta con gli annunci, gli allarmi e le paure preventive che hanno caratterizzato gli ultimi mesi, se ci sono zone piu’ a rischio si intervenga in modo rapido e circoscritto, si acceleri sul piano vaccinale ma non si getti nel panico l’intero Paese”, ha scritto su Facebook stigmatizzando “lockdown ingiustificati e generalizzati”. Il contagio pero’ sembra non dare tregua in un Paese che in questi giorni ricorda che e’ trascorso un anno dai primi casi, dalle prime zone rosse di Vo’ e Codogno, simbolo di un’Italia che combatteva col virus in prima linea.
Le varianti corrono e impongono nuove zone rosse con la Regione Lazio che tenta di frenare l’avanzata della variante inglese che ora e’ vicina alla capitale: due zone di massima restrizione sono state decise a Colleferro e a Carpineto romano e si aggiungono a Roccagorga, dove gia’ da giorni vige la serrata. Lockdown per variante anche in un comune del Sassarese.
E si registra anche il primo morto da variante brasiliana: un uomo di 67 anni deceduto all’ospedale di Chieti dopo essere rientrato dall’Umbria. Una delle prime decisioni che dovra’ prendere il governo sara’ quella sullo stop della mobilita’ tra Regioni col decreto che scade il 25 febbraio: l’intenzione, visti i dati, e’ quella di prorogare il blocco almeno fino la 5 marzo quando scade il dpcm attuale che norma le misure anti Covid. Misure che qualcuno vorrebbe alleggerire.
Ma gli assembramenti, alla vigilia di tre nuove regioni arancio ( Campania, Emilia-Romagna e Molise che si aggiungono a Abruzzo, Liguria, Toscana, Umbria, Trento e Bolzano) e complice il bel tempo, anche in questo sabato si sono registrati ovunque. Scene di folla, strade chiuse, transenne. Nonostante l’appello dell’Iss di ieri: ‘state a casa’.
Cosa si può fare nella zona arancione
Spostamenti
Si può circolare dalle 5 alle 22 nello stesso Comune. Consentita una sola visita al giorno a casa di parenti o amici, nello stesso Comune, in massimo due persone più figli minori di 14 anni e persone disabili o non autosufficienti conviventi. Dai Comuni fino a 5.000 abitanti, spostamenti consentiti anche entro i 30 km dai confini con divieto di andare nei capoluoghi di Provincia. Possibile spostarsi in altri Comuni per lavoro, salute o necessità o per servizi non presenti nel proprio. Vietato circolare dalle 22 alle 5, salvo comprovati motivi di lavoro, necessità o salute. Rientro alla residenza, domicilio o abitazione sempre consentito.
Trasporto locale
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