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Corruzione nell’Asl di Caserta: indagato per traffico di influenze il presidente del consiglio regionale della Campania

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Figura anche il presidente del Consiglio regionale della Campania, Gennaro Oliviero, tra le persone indagate nell’inchiesta del Nas e della Procura di Napoli Nord sull’Asl di Caserta.

L’indagine ha consentito di fare luce su numerosi episodi di assenteismo, corruzione e gare d’appalto truccate. Secondo quanto si apprende, ad Oliviero viene contestato il reato di traffico influenze in relazione a un singolo episodio. L’indagine presso l’Asl di Caserta trae origine da una segnalazione, inviata ai carabinieri del Nas di Caserta da parte dell’Asl riguardante anomalie nell’utilizzo del sistema informatico interno di gestione delle presenze, da parte di un dipendente che ne aveva accesso per la propria funzione di coordinatore amministrativo aziendale.

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Gli inquirenti nel corso delle indagini hanno ricostruito ipotesi delittuose nei confronti di 79 persone finalizzate alla turbata liberta’ degli incanti mediante: l’affidamento a poche ditte compiacenti, di lavori di adeguamento e ristrutturazione di locali aziendali in cambio di somme di danaro e regalie varie; una serie di falsi ed abusi, in ordine alla gestione di pazienti con patologie psichiatriche che venivano affidati a strutture esterne convenzionate (cogestori) senza alcuna valutazione del piano terapeutico riabilitativo.

Secondo gli inquirenti l’affidamento dei servizi di trasporto in emergenza 118 sarebbero stati affidati a un’associazione di volontariato i cui vertici, in cambio, avrebbero corrisposto a uno dei componenti della commissione aggiudicatrice e ad altri dipendenti compiacenti dell’Asl, regalie o altri vantaggi quali assunzioni di propri familiari. Coinvolte anche alcune strutture di riabilitazione convenzionate che, in cambio dell’affidamento diretto dei pazienti e dell’omessa attivita’ di controllo sui piani riabilitativi, corrispondevano periodicamente somme di danaro ed altre regalie ai funzionari pubblici che erano preposti alla tutela e corretta attivita’ di recupero dei pazienti psichiatrici. Secondo chi ha condotto le indagini si sarebbe verificato anche l’affidamento pilotato di incarichi legali e mantenimento di apicali incarichi dirigenziali in seno all’Asl, mediante traffici di influenze illecite

L’indagine, coordinata dalla procura di Napoli Nord, trae origine da una segnalazione ai Nas da parte dell’Asl e riguardante anomalie nell’utilizzo del sistema informatico interno di gestione delle presenze da parte di un coordinatore amministrativo. Le prime attività investigative avevano portato a scoprire una serie di allontanamenti dal luogo di lavoro, con il provvedimento di sospensione ed un accusa di truffa all’Asl per 22 di loro.

La prosecuzione delle indagini ha permesso di verificare ipotesi delittuose nei confronti di 70 persone dall’associazione a delinquere al falso, ricettazione, truffa e corruzione, turbata libertà degli incanti e traffico illecito di influenze. In particolare è emerso l’affidamento a poche ditte compiacenti, di lavori di adeguamento e ristrutturazione di locali aziendali gestiti direttamente dal DSM, in cambio di somme di danaro e regalie varie; una serie di falsi ed abusi, in ordine alla gestione di pazienti con patologie psichiatriche che venivano affidati a strutture esterne convenzionate (cogestori) senza alcuna valutazione del piano terapeutico riabilitativo da parte del competente organo specialistico (U.V.I.), assoggettando l’onere di degenza, dalla somma di diverse migliaia di euro per ciascun paziente, a carico dell’ASL di Caserta; l’affidamento dei servizi di trasporto in emergenza (118) ad un’associazione di volontariato i cui vertici, in cambio, corrispondevano ad uno dei componenti della commissione aggiudicatrice ed ad altri dipendenti compiacenti dell’ASL, regalie o altri vantaggi quali assunzioni di propri familiari.

Scoperta anche la corruzione attribuibile ai gestori delle strutture di riabilitazione convenzionate che, in cambio dell’affidamento diretto dei pazienti e dell’omessa attività di controllo sui piani riabilitativi, corrispondevano periodicamente somme di danaro ed altre regalie ai funzionari pubblici che erano preposti alla tutela e corretta attività di recupero dei pazienti psichiatrici. Inoltre alcuni funzionari dell’Asl avrebbero gestito in maniera occulta, con intestazione fittizia a persone compiacenti, strutture private convenzionate presso le quali venivano indirizzati i pazienti, affidati con onere a carico dell’ASL (diaria di circa 88 euro), direttamente dai medesimi funzionari.

Tra le altre accuse anche quella relativa alla creazione di progetti finalizzati alla cura dei pazienti rientranti nelle “fasce deboli”, di fatto mai attuati e dunque destinati alla sola spartizione delle somme di danaro pubblico investito, tra i sodali dipendenti del D.S.M.; all’affidamento pilotato di incarichi legali e mantenimento di apicali incarichi dirigenziali in seno all’Asl, mediante traffici di influenze illecite; all’acquisto di beni strumentali ad uso privato con i fondi pubblici dell’Asl; all’illecito allontanamento dal servizio, da parte di alcuni dipendenti dell’Asl, al fine di assolvere faccende personali e familiari.


Articolo pubblicato il giorno 22 Febbraio 2021 - 10:14


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