Gianinna e Jana, due dei cinque figli riconosciuti di Diego Armando Maradona, sono state ascoltate venerdi’ nell’indagine sull’omicidio colposo aperta per determinare se ci siano responsabilita’ puo’ nella morte a novembre della leggenda argentina del calcio.
Le due sono state convocate dal procuratore distrettuale di San Isidro, nella periferia nord di Buenos Aires, per essere interrogate su “questioni specifiche sollevate durante le indagini”, ha detto una fonte dell’ufficio del procuratore citata dall’agenzia ufficiale Telam. Gianinna, 31 anni, una delle due figlie che il ‘Pibe de oro’ ha avuto con l’ex moglie Claudia Villafane, e’ arrivata al volante della sua auto accompagnata dal suo avvocato. E’ uscita tre ore dopo senza rilasciare dichiarazioni. Figlia di Valeria Sabalain e che Maradona ha riconosciuto all’eta’ di 12 anni, Jana, 24 anni, ha testimoniato dopo sua sorella e se n’e’ andata anche lei senza fare dichiarazioni.
L’inchiesta, che mira a determinare una possibile negligenza o incoscienza nelle cure mediche somministrate al n.10 argentin, morto per un problema cardiaco il 25 novembre 2020 all’eta’ di 60 anni nella sua residenza di Tigre, a nord di Buenos Aires, e’ concentrata intorno a sette persone. Sono il neurochirurgo Leopoldo Luque, la psichiatra Agustina Cosachov, una psicologa e due infermiere (un uomo e una donna) al capezzale di Maradona, nonche’ il coordinatore di queste infermiere e un medico coordinatore del ricovero domiciliare. “Queste testimonianze sono state preziose e ci permettono di capire gli ultimi giorni di Maradona”, ha dichiarato Rodolfo Baque’, avvocato dell’infermiera presente all’udienza negli uffici del procuratore generale di San Isidro.
Secondo l’avvocato, le sorelle “hanno nominato medici curanti Cosachov, Luque e lo psicologo (Carlos) Diaz. E’ molto chiaro che sono stati loro a decidere il trattamento”, ha insistito. L’8 marzo la Procura convochera’ una commissione medica di esperti per meglio comprendere la catena di responsabilita’. Sara’ composta da nove esperti, tra cui patologi forensi che hanno eseguito l’autopsia e specialisti di varie discipline mediche. Operato all’inizio di novembre per un ematoma alla testa, il campione del mondo 1986 e’ morto poche settimane dopo a causa di “edema polmonare acuto secondario e insufficienza cardiaca cronica esacerbata”, secondo l’autopsia.
Articolo pubblicato il giorno 27 Febbraio 2021 - 14:34