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‘Il pirata’ del Teatro di San Carlo e la ‘falsa ripartenza’

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AEAA, A.R.I.A.C.S., ASSOLIRICA e OMAI denunciano in una lettera le inadempienze contrattuali perpetrate dai teatri italiani, con particolare riferimento ad alcuni di essi, fra i quali il Teatro San Carlo di Napoli.

[Comunicato stampa]
AEAA (Association Européenne des Agents Artistiques), A.R.I.A.C.S. (Associazione Rappresentanti Italiani Artisti Concerti e Spettacoli), ASSOLIRICA (Associazione Nazionale Artisti della Lirica), OMAI (Opera Managers Association International) denunciano la pericolosa deriva di inosservanza degli impegni contrattuali.

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La Fondazione Teatro di San Carlo di Napoli ha annunciato che la prima opera del 2021, trasmessa in streaming, sarà Il Pirata di Vincenzo Bellini, la cui registrazione è stata effettuata il 16 gennaio 2021, nella stessa data in cui era prevista la prima rappresentazione di Rigoletto di Giuseppe Verdi, con la partecipazione di artisti completamente diversi rispetto a quelli regolarmente scritturati per il titolo precedentemente previsto.

Il Pirata di Vincenzo Bellini

Premesso il rispetto e l’incontestabilità del principio di discrezionalità artistica, A.R.I.A.C.S., OMAI, AEAA e ASSOLIRICA manifestano all’unisono disappunto e preoccupazione per la pericolosa deriva verso l’inosservanza degli impegni contrattuali e del principio normativo di ogni rapporto contrattuale: buona fede e correttezza.

Come è possibile e perché?
In questi lunghi mesi di silenzio e incertezza lavorativa, le sottoscritte Associazioni hanno più volte evidenziato alle Fondazioni Lirico-Sinfoniche, ai Teatri di Tradizione e alle Istituzioni concertistiche, che non è più possibile accettare, in termini di legge, ulteriori cancellazioni per “causa di forza maggiore”, identificando quest’ultima con la contingenza, pur gravissima, del Covid-19. Le “cause di forza maggiore”, individuabili nell’art. 1467 c.c. e seguenti, hanno infatti come ratio giuridica l’eccezionalità e l’imprevedibilità. È inconfutabile ed evidente a tutti che il Covid-19 non sia più, da marzo scorso, né imprevedibile né eccezionale.

Per quanto sopra, contestiamo con forza la cancellazione di un titolo, (Rigoletto), pretendendo di risolvere, per causa di forza maggiore, i contratti regolarmente sottoscritti, per poi, anziché sospendere la programmazione, sostituirla con altro titolo (Il pirata) nel medesimo periodo. Riteniamo
che, sulla base degli impegni contrattuali assunti dalle parti, sarebbe stato atto dovuto l’inserimento dei solisti previsti nel titolo cancellato nella nuova opera o quanto meno proporre agli stessi un recupero in altra produzione.

Confermiamo infatti che, a seguito della comunicazione di cancellazione, non è mai pervenuta né agli artisti né ai loro rappresentanti alcuna proposta in tal senso. Inoltre da tempo non viene data alcuna comunicazione sulle produzioni future, al fine di consentire ad agenti ed artisti di programmare adeguatamente il loro calendario.

Purtroppo riscontriamo che l’esempio del Teatro di San Carlo è solo emblematico di una prassi che sembra consolidarsi pericolosamente anche in altri Teatri e Istituzioni concertistiche. Evidenziamo infatti le condotte del Teatro alla Scala di Milano (Salome che andrà in streaming prossimamente
vedrà un cast interamente diverso rispetto a quello che aveva già allestito lo spettacolo nel 2020 arrivando sino alla prova generale), del Teatro Carlo Felice di Genova (il dittico recentemente annunciato non vede impiegato alcun artista che era originariamente impegnato nella stagione cancellata),
dell’Opera di Roma (La Traviata che sarà prodotta a febbraio 2021 non vedrà più gli interpreti a cui è stato cancellato l’impegno per il medesimo titolo nel 2020), del Teatro Regio di Torino (l’atteso Così fan tutte diretto dal M° Muti è stato inserito a scapito di una programmazione già discussa da mesi e non prevede il recupero di alcun artista originariamente impegnato).

Ovviamente vi sono alcune virtuose eccezioni, che diligentemente hanno previsto tutele e garanzie in osservanza degli impegni, prevedendo clausole Covid ad hoc, rimborsi, indennizzi e possibilità di recupero delle produzioni e a cui va il nostro indistinto plauso.

Nonostante gli innumerevoli appelli di A.R.I.A.C.S. (alcuni dei quali firmati congiuntamente a O.M.A.I., AEAA e ASSOLIRICA), volti a richiedere una più efficace azione da parte degli Enti per il recupero delle produzioni cancellate o la proposta concreta di un impegno alternativo, gli Artisti (esclusi i pochi privilegiati e fortunati che ricorrono di evento in evento da quest’estate) continuano a veder ridotta drasticamente la loro attività lavorativa, già duramente penalizzata dall’emergenza pandemica. Negando la “riprotezione”, viene così totalmente leso il diritto al lavoro degli Artisti.

Alla luce di quanto esposto:
AEAA , A.R.I.A.C.S., ASSOLIRICA e O.M.A.I
CONTESTANO tale deriva e all’unisono e RECLAMANO la tutela, il rispetto e la “riprotezione” degli impegni contrattuali.
Sebbene nell’ultimo anno si sia manifestato un fattivo spirito di collaborazione e sinergia con A.N.FO.LS., è purtroppo difficile condividere, dinnanzi a tale sentimento di preoccupazione, l’ottimismo di alcune recenti dichiarazioni:
«Gli ultimi provvedimenti assunti dal Ministro Franceschini nei confronti dello spettacolo dal vivo confermano l’attenzione che il Governo ha avuto fin dall’inizio della pandemia anche per le realtà più fragili e a rischio del comparto […]
Provvedimento che dimostra la considerazione nei confronti delle Fondazioni lirico-sinfoniche che, nonostante l’estrema complessità della situazione, si sono tutte impegnate, sia nella fase della riapertura dopo il primo lockdown, che in questa nuova condizione di chiusura dei teatri, per mantenere viva la propria funzione di servizio pubblico anche sfruttando al massimo le nuove tecnologie, al fine di garantire l’occupazione e gli artisti scritturati […]»
Questi provvedimenti hanno garantito sicuramente l’occupazione dei lavoratori dipendenti, e di ciò non possiamo che rallegrarci, ma ci domandiamo in cosa consista realmente l’attenzione «verso la tutela degli artisti scritturati», se la quasi totalità degli Artisti vedono cancellati nuovamente e senza alcuna ratio apparente i loro impegni contrattuali. Anche altre associazioni di diversi ambiti del mondo dello spettacolo evidenziano problematiche affini come denunciato tra gli altri da Forum Arte e Spettacolo, Associazione Unita, La musica che gira, Scena unita.
Confidiamo almeno che tutte le Fondazioni Lirico-Sinfoniche, i Teatri di Tradizione e le Istituzioni concertistiche inseriscano e rispettino in sede di contrattazione i criteri previsti dal FONDO DI GARANZIA.

Riteniamo infine che, davanti alla richiesta di dialogo che Ariacs, Assolirica, Omai e Aeaa hanno più volte espresso, l’inspiegabile silenzio di alcune Istituzioni interpellate non rispecchi lo spirito di collaborazione che le scriventi vogliono portare avanti e sollecitiamo una disponibilità al confronto
che permetta di giungere a concreti risultati, dal quale si potrà tutti trarre solo giovamento.

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Articolo pubblicato il giorno 2 Febbraio 2021 - 09:34


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