“La scuola e’ primo presidio di legalita’ e di rinascita e pertanto riteniamo doveroso riferire dell’incresciosa situazione delle scuole in Campania duramente provate da questo periodo pandemico”.
Si apre cosi’ la lettera che il Coordinamento Scuole Aperte Campania ha indirizzato al Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, al presidente del Consiglio, Mario Draghi, e ai ministri Patrizio Bianchi (Istruzione), Roberto Speranza (Salute), Elena Bonetti (Famiglia) e Erika Stefani (Disabilita’). In quattro pagine, il Coordinamento riferisce delle ripercussioni che la gestione dell’epidemia da covid della Regione Campania ha avuto sulle scuole che – evidenziano – “sono state le ultime ad aprire sul territorio nazionale, il 28 settembre 2020, e le prime a chiudere di nuovo il 16 ottobre e, con altalenanti e parziali aperture di alcuni gradi, a riaprire in toto solo il 1 febbraio 2021. Tutto questo contrariamente alle disposizioni governative nazionali”.
Un’apertura che – si sottolinea – si e’ avuta a seguito di provvedimenti del Tar che ha accolto le istanze delle famiglie. “Siamo certi che non sfugge che la scuola, piu’ che mai in una regione come la nostra, racchiude in se’ il significato piu’ profondo di inclusione, crescita e riscatto socio-culturale. La Dad, soprattutto per i piu’ piccoli e per le condizioni economiche e sociali non sempre favorevoli, – affermano – ha significato un aggravio ulteriore del tasso di dispersione scolastica, un rischio che in Campania e’ gia’ ben al di sopra della media del Paese, raggiungendo addirittura il 17,3 per cento della popolazione scolastica totale e il 31,9 per cento degli studenti delle scuole superiori”.
Il Coordinamento sottolinea che la Dad “legata all’uso di device costosi e alla necessita’ di disporre di una connessione internet stabile non ha consentito a tutti di poter accedere all’istruzione in maniera egualitaria considerando che il 26 per cento delle famiglie campane non dispone di una rete internet in casa e gli ammortizzatori sociali messi in campo dalle istituzioni non sono riusciti a sopperire alla condizione di fragilita’ sociale, economica e familiare dei minori che vivono in contesti a rischio, diventando facile preda della criminalita’ organizzata”. I No Dad nel dirsi “consapevoli dell’emergenza sanitaria e che le scelte dei governanti sono ardue e spinose”, tuttavia pongono l’accento sui dati scientifici che “hanno rivelato come le scuole non sono focolai di contagio ne’ lo sono state in tutte le altre regioni d’Italia e d’Europa dove sono state regolarmente aperte, seguendo rigidamente tutti i protocolli sanitari nazionali”.
I No Dad chiedono al Governo “un sostegno concreto” e di “sostituirsi” alle istituzioni territoriali perche’ ”desideriamo sentirci Italiani, allinearci a una normativa e a una gestione nazionale. Siamo stanchi di un clima di terrore psicologico perpetrato ai danni della salute psico-fisica di tutti noi, piccoli e grandi” e sottolineano che la Regione Campania “ha accusato un estremo ritardo nell’attuare le misure protocollari previste dal ministero della Sanita’, nonostante le istituzioni scolastiche abbiano messo in atto, fin da agosto, le misure di prevenzione loro richieste dai ministeri dell’Istruzione e della Salute”.
Articolo pubblicato il giorno 15 Febbraio 2021 - 20:42