Il 39enne e’ uscito poco dopo mezzogiorno dalla sede del commissariato di Otranto in una volante seduto accanto a dei poliziotti. Da quanto si apprende si starebbero recando sul luogo dove l’uomo avrebbe detto di essersi disfatto dell’arma del delitto. Poco dopo la sua uscita, nel commissariato sono entrati i genitori di Sonia, arrivati questa mattina in Salento da Rimini.
Salvatore Carfora, fermato questa mattina ad Otranto per l’omicidio di Sonia Di Maggio, la sua ex fidanzata, “non ha fornito una confessione piena, piuttosto una confessione implicita perche’ se uno ti porta a recuperare l’arma del delitto e’ come se avesse confessato”. Lo ha detto il questore di Lecce Andrea Valentino, che e’ nel commissariato di Otranto dove si trova ancora il presunto omicida in attesa di essere portato in carcere. “Non ha nemmeno dato – ha aggiunto – una spiegazione chiara di quello che ha fatto. La dinamica ci fa propendere per l’idea che fosse lei l’obiettivo, anche per il numero delle coltellate che sono state tutte rivolte nei confronti della donna”.
Il questore ha anche precisato che Carfora “appare poco lucido”, anche perche’ e’ “un personaggio che gia’ di per se’ e’ poco lucido e dopo una situazione del genere, ovviamente lo e’ ancora di piu'”. L’uomo ha detto di volere aiutare gli investigatori a recuperare l’arma usata , ma – ha precisato il questore – “un po’ perche’ poco lucido, un po’ perche’ la zona e’ una zona di campagna, non e’ riuscito piu’ a trovare il posto”. Carfora e’ un senza fissa dimora e negli ultimi tempi dormiva in un dormitorio pubblico presso la stazione di Napoli.
“Stavamo andando al supermercato io e lei da soli, poi e’ sbucato lui, l’ha presa dal collo e ha cominciato ad accoltellarla, e ha continuato dandole piu’ di una ventina di coltellate. Lei ha cercato di liberarsi e io nel frattempo stavo cercando aiuto e non c’era nessuno, poi mi sono messo ad urlare ed e’ arrivato qualcuno. Ma lui era gia’ scappato e lei stava a terra”. E’ il racconto agghiacciante fatto in diretta Tv a Mattino Norba da Francesco Damiano, 29 anni carpentiere, il fidanzato di Sonia Di Maggio, la 29enne uccisa a coltellate ieri sera a Minervino di Lecce, che era con lei al momento dell’omicidio. Francesco Damiano racconta di avere riconosciuto ieri sera l’omicida, perche’ l’aveva visto piu’ volte sui social. Non gli risulta che avesse minacciato Sonia, “ma – racconta – non accettava che lei lo avesse lasciato, le mandava messaggi”.
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Francesco racconta ancora di avere conosciuto Sonia tramite social, una anno fa, e di avere avviato una relazione con lei da circa un mese. Ha confermato la circostanza riportata da alcuni giornali secondo cui l’omicida voleva inizialmente uccidere lui e si sarebbe poi accanito su Sonia quando questa ha cercato di difenderlo. “Ha fatto quello che voleva fare – conclude – e se ne e’ andato”.
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