Francesco Greco, Procuratore di Napoli Nord va in pensione dopo 44 anni di servizio
Francesco Greco, capo della Procura della Repubblica di Napoli Nord, andrà in pensione da domani dopo 44 anni di carriera, senza rimpianti ma con un unico rammarico: non essere riuscito a dare all’ufficio inquirente che ha sede ad Aversa, aperto appena sette anni e mezzo fa ma già divenuto per carico di lavoro il quinto ufficio d’Italia, un assetto organizzativo stabile, con carenze di risorse divenute quasi strutturali.
Bastano pochi numeri per comprendere “l’irrazionale inadeguatezza della pianta organica della Procura di Napoli Nord – dice Greco – che stride rispetto a quella di altri uffici giudiziari più piccoli e meno oberati di lavoro”. Ovviamente le carenze di risorse riguardano anche il tribunale, dove fino a poco tempo fa mancava la videoconferenza, o le aule erano piccole e affollate, nonostante l’altissimo di numero di procedimenti. E sì, perché Napoli Nord raccoglie 38 comuni del Casertano e del Napoletano, pochi come numero, ma quelli a più alta densità sia abitativa che criminale, tutti facenti parte della Terra dei Fuochi, il territorio dove ci sono più discariche e illegalità diffusa, e la camorra per anni ha dominato incontrastata, da Giugliano in Campania a Caivano, da Casal di Principe a Villa Literno.
“Un territorio di frontiera” lo definisce Greco, che dimostra come vi sia “ancora scarsa attenzione per le periferie”. “Speriamo che il ministro Cartabia si renda conto della situazione e risponda alle nostre reiterate richieste, e magari decida di venire di persona ad Aversa, visto che gli altri Guardasigilli, pur invitati, non sono mai venuti”.
Ogni pm di Napoli Nord ha in media mille fascicoli da lavorare, eppure il tasso di definizione dei procedimenti è tra i più alti d’Italia; e ciò nonostante l’età media della Procura sia bassa, di 40-42 anni, e periodicamente arrivino pm di prima nomina. “Questa è una cosa che mi inorgoglisce” sottolinea Greco, che ricorda poi come l’Ufficio, al netto delle difficoltà, sia stato in grado di definire “tutti gli omicidi avvenuti dal settembre 2013”, data in cui Procura e Tribunale hanno iniziato a funzionare. L’alto magistrato, tra le vicende che lo hanno toccato, ricorda l’omicidio della piccola Fortuna Loffredo al Parco Verde di Caivano, dove “realizzammo indagini molto puntuali che hanno permesso di scoprire il degrado che c’era in quel complesso, e che c’è tuttora. Ovviamente anche le altre istituzioni avrebbero dovuto fare di più”.
Articolo pubblicato il giorno 24 Febbraio 2021 - 14:34