Secondo i giudici della quinta sezione penale della Corte d’Appello di Napoli la cinquantenne del Kent, Mary, fu stuprata dal branco ma non fu drogata, o almeno non ci sono prove che sia stata drogata. E per questo che hanno confermato le accuse di violenza di gruppo, ma non hanno ritenuto di poter confermare che la vittima, al momento della violenza, fosse sotto effetto di sostanze stupefacenti. Le motivazioni che hanno indotto i giudici a tale decisioni e che ha comportato addirittura uno sconto di pena, saranno note tra 90 giorni.
Quindi sono arrivati gli sconto di pena per Gennaro Davide Gargiulo condannato in primo grado a 9 anni di reclusione, ne dovrà scontare quattro di anni e otto mesi. Per Antonino Miniero, Fabio De Virgilio e Francesco Ciro D’Antonio la condanna in appello risulta dimezzata da otto a quattro anni di reclusione. Per Raffaele Regio, infine, condannato in primo grado a quattro, ora ne dovrà scontare tre.
Nella ricostruzione dei fatti, si è innestato un dubbio non di certo secondario, sostenuto dall’accusa durante tutto il dibattimento: Mary aveva raccontato di avere ricordi non completi di quella notte, sintomi che richiamavano a un possibile consumo della cosiddetta droga dello stupro (ghb), che amplifica i suoi effetti se assunta insieme a massicce dosi di alcool.
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Questa tesi venne accolta dai giudici di primo grado, anche se non esisteva la certezza scientifica della presenza di droga se non, in parte, riscontrata dall’esame del capello che però non dà una data certa. In secondo grado invece, è passata la tesi difensiva e, dunque, la concessione agli imputati delle attenuanti generiche.
Gli imputati, sebbene siano stati ritenuti ugualmente responsabili della violenza sessuale di gruppo ai danni di Mary, in vacanza nella Penisola sorrentina insieme alla figlia 25enne, già nella prossima estate potrebbero ritornare liberi in quanto detenuti da maggio 2018.
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