È infatti di tale entità il bilancio della pandemia su scala globale dalle 7.00 di venerdì mattina alla stessa ora di oggi, a conferma del fatto che l’impatto dei nuovi farmaci sul decorso della malattia potrà essere percepito solo tra diverso tempo, più nell’ordine dei mesi che delle settimane. Si tratta di una situazione che rende estremamente pericolosi gli abbassamenti dei livelli di attenzione come quelli che si sono verificati ieri proprio nella nostra penisola, dove – alla vigilia del ritorno in zona gialla di quasi tutte le regioni – tanto nelle grandi che nelle piccole città si sono verificati assembramenti che hanno riportato alla memoria quanto visto prima delle vacanze natalizie: ovvero quei comportamenti a dir poco scriteriati le cui conseguenze si sono tragicamente ripercosse nell’incremento dei numeri epidemiologici dei giorni successivi.
Secondo i dati basati sulle rilevazioni dell’autorevole Johns Hopkins University, dalla sua apparizione alla fine del 2019 nella provincia cinese dell’Hubei, il covid ha provocato 102.964.499 contagi di cui 2.227.900 risultati letali. Gli Stati Uniti restano di gran lunga la nazione più colpita con oltre 400mila decessi totali (441.319) e hanno oltrepassato i 26 milioni di contagi (26,18). Sul fronte delle infezioni la classifica (limitatamente alle nazioni che hanno oltrepassato i due milioni di casi) prosegue con l’India (10,75 milioni), il Brasile (9,20), la Gran Bretagna (3,82), la Russia 3,80). Seguono quindi la Francia (3,25), la Spagna (2,74), l’Italia (2,55), la Turchia (2,47), la Germania (2,22) e la Colombia (2,09).
La situazione cambia se si prendono in esame i dati relativi alla mortalità. In questo caso al secondo posto si colloca il Brasile con 224.505 decessi, mentre in terza posizione si trova il Messico con 158.536 vittime davanti all’india che ne registra 154.392. Segue dunque la Gran Bretagna, primo paese europeo ad aver oltrepassato la soglia delle 100mila vittime (106.367), mentre in sesta posizione si trova l’Italia (88.516). Seguono ancora la Francia (76.201), la Russia (72.029), la Spagna (58.319), l’Iran (57.959), e la Germania (57.163). Le cose mutano ulteriormente se si osserva un parametro rivelatore, ovvero quello del tasso di letalità in rapporto alla popolazione, una classifica in cui la Gran Bretagna, dove sta imperversando una variante più contagiosa del virus ha superato proprio il nostro Paese. Il Regno Unito è infatti arrivato a contare 159 decessi ogni 100mila abitanti contro i 146 dell’Italia. Se ne contano invece 134 negli Usa, 125 in Messico, 124 in Spagna, 113 in Francia e 106 in Brasile.
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