Nella prima settimana di febbraio si registra in Campania un aumento del numero assoluto dei contagi, pari a 9.226, dei focolai attivi, che sono 1.914, nonche’ di nuovi focolai, calcolati in 1.066.
Lo rende noto nell’Unita’ di crisi regionale nella relazione tecnica pubblicata sul sito della Regione. Dal primo al 7 febbraio, inoltre, si evidenziano 29 focolai scoppiati in ambito scolastico (erano 7 nella settimana precedente), due in ambito ospedaliero, uno nelle carceri, uno registrato in un istituto religioso.
Un ulteriore elemento di criticita’ riguarda i dati relativi all’andamento degli accessi ospedalieri di pazienti Covid sintomatici. Alla data dell’8 febbraio, la percentuale di occupazione delle terapie intensive e’ dell’58,2% a livello regionale, quella delle degenze ordinarie e’ dell’82,7%. Per le terapie intensive, risultano di gran lunga sopra la media regionale i dati delle province di Salerno (75%) e Avellino (70,59%), mentre per le degenze preoccupano le percentuali di Napoli (84,9%) e, anche in questo caso, di Salerno (96,72%) e Avellino (90,63%).
L’Unita’ di crisi fa inoltre notare che, queste criticita’, “assumono una portata particolarmente significativa alla luce dell’imminente avvio della campagna vaccinale relativa al mondo scuola, in corso di calendarizzazione”, e che, a queste criticita’, si aggiungono “i rischi connessi alla crescente diffusione delle varianti del virus, rilevate in diverse realta’ regionali e connotate da maggiore contagiosita’ e posta in connessione con le fasce d’eta’ piu’ giovani della popolazione”.
“Una diffusione del virus in preoccupante aumento nelle fasce d’eta’ riconducibili alla popolazione scolastica”, si legge nella relazione tecnica redatta dall’Unita’ di crisi della Regione Campania per tracciare la situazione dei contagi anche in ambito scolastico. “Sulla base delle evidenze riportate – si legge nella relazione – che dimostrano una diffusione del virus nella fasce d’eta’ riconducibili alla popolazione scolastica in preoccupante aumento, e tenuto conto delle indicazioni rinvenienti dai provvedimenti giurisdizionali che si sono, ad oggi, pronunciati sulle ordinanze regionali n.2/2021 e n.3/2021, relative all’ attivita’ didattica a distanza, che rimarcano la necessita’ di provvedimenti fondati su dati attuali, pertinenti e rilevanti e su motivate ed ineludibili evidenze scientifiche, riferite a specifici contesti territoriali o a specifici settori di attivita’, e’ stato elaborato un sistema di alert al fine di individuare quei Comuni, Province o Macro-aree soggette ad incremento dei contagi idonee ad impattare in maniera particolarmente significativa sull’incidenza della malattia stessa a livello regionale”.
Questo sistema di alert, spiega l’Unita’ di crisi, “si presta a essere adottato anche nell’ambito di gestione di sub-setting particolari, quali il mondo della scuola”. Alla luce della tendenza dei contagi riscontrata in seguito alla ripresa della didattica in presenza, nonche’ all’incremento di richiesta di posti letto in regime ordinario e in terapia intensiva, l’Unita’ di crisi ritiene dunque “indispensabile l’adozione di nuove strategie di gestione e valutazione dei dati mediante Alert o analisi previsionali sulla base delle quali orientare le decisioni, a livello locale e con specifico riferimento alle fasce d’eta’ maggiormente a rischio, per scongiurare l’immissione negli ambienti familiari di studenti e docenti di nuove possibilita’ di moltiplicazione del virus”.
Articolo pubblicato il giorno 11 Febbraio 2021 - 14:10