Un’accelerazione condizionata dall’arrivo delle 249mila dosi di AstraZeneca, che saranno portate nelle prossime ore – prima della data inizialmente prevista il 15 febbraio – nell’hub militare di Pratica di Mare. Entro marzo “potremmo avvicinarci alla vaccinazione di 7 milioni di italiani”, spiega il Commissario per l’emergenza, Domenico Arcuri, ritrovando l’ottimismo dopo il taglio del 50% delle dosi inizialmente previste per i ritardi delle case farmaceutiche. Il piano vaccinale messo a punto con le regioni e le province “funziona a pieno ritmo”, aggiunge Arcuri alla luce del superamento della quota di un milione di italiani che hanno anche ricevuto al dose di richiamo.
E la prossima settimana si apre un nuovo atteso capitolo del programma. Salvo imprevisti, le fiale di vaccino di Oxford – che secondo l’Aifa per ora e’ preferibile somministrare fino ai 55 anni – saranno distribuite nei vari Centri sui territori entro lunedi’ prossimo e il giorno seguente tutto dovrebbe essere pronto per le inoculazioni. Dopo gli operatori sanitari, stavolta a porgere il braccio per la puntura saranno categorie ancora potenzialmente troppo esposte al contagio: altri lavoratori dei servizi essenziali come gli insegnanti, gli uomini delle forze armate e delle forze dell’ordine, il personale di comunita’, i detenuti e chi opera nelle carceri.
L’obiettivo di questa seconda linea della campagna e’ di “abbassare la diffusione dei contagi” e il Commissario e’ ora al lavoro con i vari ministeri per programmare le vaccinazioni delle nuove categorie prioritarie, alcune delle quali si stanno gia’ mobilitando. Proprio in queste ore Arcuri ha comunicato alle forze dell’ordine la disponibilita’ delle dosi richiedendo preciso numeri sul fabbisogno vaccinale. Per le somministrazioni dovrebbero essere data priorita’ a chi lavora nei servizi operativi che svolgono attivita’ esterna ed a piu’ diretto contatto con il pubblico. L
e forze di polizia hanno gia’ terminato il censimento di personale da vaccinare, circa i tre quarti della forza effettiva, ma se in alcune citta’ come Roma saranno i medici della polizia ad effettuare le inoculazioni, nei territori piu’ piccoli saranno stretti accordi con le Asl. Per le forze armate e della Difesa in generale e’ molto probabile che le somministrazioni saranno effettuate all’interno delle infermerie delle stesse caserme. I vari sistemi regionali si stanno organizzando anche con i provveditorati e i dati degli uffici scolastici che comunicano le liste di insegnanti alle Asl. Ma anche in questo caso sono previste prenotazioni e somministrazioni su appuntamento presso i vari Centri che usufruiranno anche di piattaforme informatiche.
I vaccini di Pfizer e Moderna saranno invece ancora destinati alla popolazione piu’ a rischio di letalita’. Dopo ospedali e residenze per anziani, sono al via le vaccinazioni per gli ultraottantenni. Per questi ultimi e’ prevista la somministrazione in tre modalita’: recandosi autonomamente nei punti di somministrazione grazie alle prenotazioni, a domicilio oppure facendosi accompagnare nei centri vaccinali.
Ad allargarsi a macchia d’olio sara’ anche la geografia logistica. L’esercito portera’ prima nei 293 punti di destinazione i vaccini di AstraZeneca e Moderna, poi negli altri duemila punti. Man mano che le inoculazioni saranno esaurite nelle Rsa (qui solo con Pfizer e Moderna), saranno previsti nelle regioni altri luoghi a seconda delle categorie coinvolte per le dosi di AstraZeneca, che per il trasporto non richiedono la catena del freddo . A questi Centri si aggiungeranno anche le “primule” – le strutture temporanee nelle piazze dei 21 capoluoghi previste per la campagna di massa – per le quali si stanno valutando le offerte di 31 imprese suddivise in quattro raggruppamenti. Il tutto sperando che non ci siano altri ritardi nelle consegne. A febbraio, se le previsioni saranno rispettate, sono previste 4,2 milioni di dosi e a marzo 8,2 mln per un totale, nel primo trimestre dell’anno, di 14,7 milioni di dosi.
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