Un appalto nuovo solo dal punto di vista formale, visto che di fatto cambiera’ poco. A subentrare sara’ infatti l’Ecocar srl, discendente diretto del precedente appaltatore, il Consorzio Ecocar; uguale la proprieta’, rappresentata dalla famiglia Deodati di Nettuno (Latina), che pero’ ha cambiato forma giuridica. Si chiude cosi’ una procedura di affidamento di un appalto essenziale, come quello dei rifiuti, durata troppo tempo: il precedente appalto Ecocar e’ scaduto ad inizio 2018, da allora l’azienda ha operato in regime di proroga, non garantendo alla citta’ un servizio efficiente (molti condomini non avevano cassonetti o li avevano rotti).
Sulla prima gara bandita dal Comune dopo la scadenza dell’appalto, ha messo gli occhi la Direzione Distrettuale Antimafia di Napoli, le cui indagini hanno portato all’annullamento di quella gara; per i pm anticamorra infatti, una delle partecipanti – l’Energetika Ambiente – era controllata da un vecchio “colletto bianco” dei rifiuti, vicino ai clan. Alla gara successiva partecipo’ solo Ecocar, che se l’e’ aggiudicata. La durata circoscritta dell’appalto – massimo un anno – dipende dall’entrata in funzione dell’Ato (Ambito territoriale ottimale) e del suo braccio operativo Eda (Ente d’ambito), organismi pubblici provinciali che dovranno gestire l’intero ciclo dei rifiuti nel Casertano attraverso un gestore unico che di fatto estromettera’ dal settore i singoli Comuni – che oggi appaltano ognuno per conto proprio – e i privati. Il Comune di Caserta, sfruttando l’opportunita’ fornitagli dalla legge regionale per i comuni capoluogo, fara’ da sola, attraverso una spa a capitale pubblico. Ma nel frattempo sara’ ancora la famiglia Deodati a occuparsi del servizio di igiene ambientale a Caserta.
Giovedi’ c’e’ stato l’incontro con i sindacati per il passaggio di cantiere dei 153 lavoratori dalla vecchia alla nuova societa’; nel capitolato si parla di una pianta organica di 180 dipendenti, ma quattro sono in carcere, mentre altri 23 saranno individuati tra i lavoratori in forza al Consorzio Unico di Bacino (Cub) delle province di Caserta e Napoli, cosi’ come prescritto attraverso un’apposita legge dalla Regione Campania, che da anni cerca di portare a termine la liquidazione del Cub, iniziata nel 2010, e la ricollocazione dei quasi mille lavoratori rimasti tra Napoli e Caserta (350 solo nel Casertano). Attualmente i lavoratori Cub sono impegnati in costosi progetti per aumentare la quota di raccolta differenziata dei comuni, progetti che per ora non hanno prodotto i risultati attesi. Per 23 di loro si apre ora la porta per un’assunzione piu’ stabile, ma bisognera’ vedere se i sindacati riusciranno ad individuare le figure adatte, ovvero lavoratori Cub disposti a fare gli operatori ecologici dopo anni in cui hanno percepito stipendi – spesso in grave ritardo – senza fare pero’ quasi nulla.
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