Il 10% ha reputato l’operato della Regione pessimo. Il 56% afferma di non avere ricevuto istruzioni operative sui percorsi da seguire, l’89% denuncia Pronto soccorso “non adeguatamente organizzati”. E solo il 20% riferisce che nella sua azienda è stato previsto un piano di recupero per le liste d’attesa. Ma i diritti dei lavoratori sono stati sostanzialmente rispettati nell’80% dei casi.
I RISULTATI
L’Anaao Assomed Campania ha promosso un questionario anonimo tra medici e dirigenti sanitari di tutte le aziende regionali al fine di comprendere l’entità del disagio lavorativo, umano e professionale che stiamo vivendo, esaminando l’arco temporale sia della prima che della seconda ondata, fino a metà Gennaio 2021. Son state somministrate 11 domande ed hanno risposto al questionario 1182 tra dirigenti medici e sanitari in maniera eterogena tra le diverse aziende.
“È emersa un fotografia reale con non poche sorprese, e non mancando di aspetti postivi soprattutto per quanto concerne la salvaguardia dei diritti dei lavoratori che, al netto di differenze aziendali, sembrano siano stati tutto sommato rispettati da molte aziende, segno tangibile che l’azione sindacale, nonostante la pandemia è stata incisiva”, commenta Vincenzo Bencivenga, segretario regionale Anaao Campania.
Il sondaggio evidenzia anche una differenza sostanziale tra aziende autonome come le AORN rispetto alle ASL, “queste ultime probabilmente per la complessità strutturale ed organizzativa risultano meno virtuose e più complesse da gestire anche sul piano emergenziale”.
La mancata appropriatezza dei percorsi sporco/puliti, che sono stati la causa di tanti focolai all’interno degli ospedali, è tra le principali criticità segnalate insieme alla mancanza sostanziale di un piano di recupero per le liste di attesa ed alla inefficienza nell’organizzazione dei pronto soccorso. Ci sono comunque eccezioni con virtuosismi per aziende come quella “dei Colli”, con livelli di efficienza dichiarati dagli intervistati sui diversi livelli organizzativi, e della AORN di Caserta che ha un importante riscontro positivo sulla formazione del personale.
Nel dettaglio, rispetto alla domanda inerente “le procedure aziendali messe in atto e delle relative istruzioni operative per i percorsi”, il 56% degli intervistati ha affermato che questo non è avvenuto, esistono anche in tal caso estremi come nel caso dell’Ospedale del Mare dove bene il 70% degli intervistati afferma di non aver ricevuto istruzione operative su percorsi mentre solo 11% afferma di averlo ricevuto.
Nell’ AOU di Salerno il 63% degli intervistati afferma di non aver ricevuto istruzione operative per i percorsi, anche in questo caso nell’Azienda “dei Colli” il 47% degli intervistati afferma di aver ricevuto istruzioni operative sui percorsi.
Quando è stato chiesto se “i Pronto soccorso siano stati adeguatamente organizzati” una percentuale complessiva dell’89% ha riposto di No nel quale è stato compreso anche una percentuale del 25% che ha definito l’organizzazione parziale.
È emerso tuttavia dalla nostra indagine un sostanziale rispetto basilare del diritto dei lavoratori con solo un 20% degli intervistati che ha affermato il mancato rispetto di tali diritti.
Anche per quanto concerne al sorveglianza sanitaria e l’individuazione dei soggetti fragili da salvaguardare solo il 20% degli intervistati ha affermato il mancato rispetto di tali regole.
Uno dei dati peggiori che sono emersi dal sondaggio è quello inerente alla creazione di un piano per il recupero delle liste di attesa per le attività assistenziali ordinarie, solo il 20% degli intervistati ha affermato che tale piano è stato previsto.
Anche in questo caso con un dato generale già deludente in alcuni presidi come l’ASL “Napoli 1”, dove solo il 9% ha riposto affermativamente alla creazione di un piano per il recupero delle liste di attesa per le attività assistenziali ordinarie, mentre d’altro canto presso l’IRCCS “G. Pascale” solo il 10% afferma che il piano non è stato previsto.
Le ultime due domande di carattere complessivo sono state indirizzate alla “valutazione dell’operato delle aziende sanitarie e della regione”. L’Anaao ha fornito 5 opzioni di risposta che andavano dal pessimo fino all’ottimo, la valutazione complessiva dell’operato della Regione è stato insufficiente per il 60% degli intervistati, solo per il 3.91% è stato ottimo, con il 10% che ha reputato l’operato della Regione pessimo.
Per quanto concerne invece l’operato delle aziende ben il 60,41% degli intervistati ha reputato insufficiente l’operato, mentre è stato ottimo per il 6.48% per l’azienda. In entrambi i casi un operatore su 3 ha definito sufficiente l’operato di regione e d’azienda.
Come ultima domanda è stato chiesto di chi fossero le maggiori responsabilità per le inefficienze organizzative riscontrate, in questo caso per il 12% della popolazione campione non ci sono state inefficienze di rilievo, abbiamo riscontrato una “polarizzazione” tra i responders con una lieve prevalenza per la responsabilità regionale con il 47% rispetto alla responsabilità aziendale con il 40%.
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