Castel Volturno. Il suo bimbo di due anni ucciso dal compagno a frustate e botte: non regge e finisce in ospedale la 29enne di origini liberiane, madre del piccolo Gianni. E’ stata ricoverata, a causa di un crollo emotivo e’ stata ricoverata nell’ospedale di Sessa Aurunca in provincia di Caserta la mamma del bimbo di due anni morto martedì scorso a Castel Volturno, massacrato di botte dal compagno della donna, il nigeriano Omar Khalifa, di 26 anni. L’uomo, difeso dall’avvocato Felice Belluomo, comparira’ domani per la convalida del fermo disposto dalla Procura davanti al giudice per le indagini preliminari di Santa Maria Capua Vetere con l’accusa di aver maltrattato e ucciso il piccolo che gli era stato affidato dalla madre che doveva recarsi a lavoro. L’incontro avverra’ nel carcere di Santa Maria Capua Vetere dov’e’ detenuto dal giorno del delitto con l’accusa di omicidio e maltrattamenti. Oggi il sostituto di Santa Maria Capua Vetere, Simona Faga, ha conferito anche l’incarico per l’esame autoptico sul corpo del bimbo. L’ipotesi degli inquirenti e’ che Khalifa possa aver usato le mani e degli oggetti contundenti per colpire il piccolo, in particolare pare che il piccolo sia stato frustato e massacrato di botte. L’autopsia sara’ determinante per ricostruire cosa e’ accaduto nell’abitazione di via Boccaccio a Castel Volturno dove il nigeriano conviveva da qualche tempo con la 29enne liberiana e il piccolo di due anni.
La donna, operatrice socio sanitaria, era arrivata in Italia molti anni fa insieme alla madre, per scappare dalla guerra civile in Liberia. Un passato tragico che pensava di essersi messa alle spalle integrandosi nella comunità della provincia di Caserta dove è stata seguita da alcune associazioni. La 29enne ha avuto un crollo emotivo dopo la morte del suo piccolo di appena due anni, secondo gli inquirenti, potrebbe aver anche subito pesanti maltrattamenti dal compagno con il quale conviveva e al quale aveva affidato il piccolo ritrovato in fin di vita martedì mattina. La giovane donna, rincasando, lo aveva trovato esanime e lo aveva portato all’ospedale Pineta Grande dove però i medici non avevano potuto salvarlo.
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