Agente della Penitenziaria morto per Covid, la moglie sui social: “E’ un omicidio, voglio giustizia. Non ha mai fatto un tampone, mai tutelata la salute”.
“Mi chiamo Barbara e da oggi sul mio stato civile troverรฒ sempre la dicitura โvedovaโ. Sono vedova di Pino, mio marito, per lo stato Giuseppe Matano, ucciso dal Covid-19 contratto sul posto di lavoro”. Inizia cosรฌ il lungo post di Barbara Greco moglie dell’agente penitenziario morto per covid. La donna spiega: “Mio marito era un ispettore di polizia penitenziaria in servizio presso la Casa Circondariale di Carinola. Ha compiuto 50 anni il 23 febbraio scorso, intubato in un letto di ospedale al centro Covid di Maddaloni, in provincia di Caserta, solo, senza neanche ricevere una telefonata di auguri da me o dai nostri figli. Perchรฉ Pino, dopo essersi recato a lavorare per lo Stato, si รจ ammalato di Coronavirus ed รจ morto in pochi giorni.
Mio marito non cโรจ piรน”.
TI POTREBBE INTERESSARE ANCHE:ย Terzo agente penitenzario di Carinola morto per covid
E quindi racconta:ย “Ma io voglio raccontare a tutti quello che รจ successo, voglio che tutti sappiano il dramma assurdo che ha colpito la mia famiglia, che ha ucciso Pino e che, si badi bene, non รจ una casualitร . Mio marito da quando รจ iniziata la pandemia non ha mai fatto tamponi nellโistituto penitenziario presso cui lavora. Non ha mai ricevuto adeguate protezioni dal contagio sul posto di lavoro. Non รจ stato mai tutelato. LO STATO LO HA FATTO MORIRE. Non ho studiato, ho la terza mediaโฆ ma nella mia semplicitร sono andata a vedere le normative che sono state emanate per regolamentare la protezione dal contagio del personale dellโAmministrazione Penitenziaria. Leggo, leggo e leggoโฆe trovo solo normative, protocolli, regolamenti a tutela e salvaguardia dei detenuti.
Leggo un Documento redatto dalla Conferenza delle Regioni il 6 agosto 2020 intitolato โGestione Covid โ 19 allโinterno degli istituti penitenziari: linee di indirizzoโ; non trovo nulla sui dipendenti della Polizia Penitenziaria. Ogni paragrafo fa riferimento ai detenuti, alle condizioni di sovraffollamento, alla fatiscenza dei locali, alle scadenti condizioni che rendono difficoltosa una adeguata disponibilitร di spazi per la gestione degli isolamenti. Leggo la parte dedicata allo โscopoโ del documento: parla di fornire linee di indirizzo a beneficio della popolazione detenuta. Leggo le linee di indirizzo nello specifico: non parla che di detenuti”.
E ancora: “In tutto il documento non leggo un passaggio a chi invece i detenuti li deve gestire 24 ore al giorno, in condizioni di pericolositร , di degrado, condizioni che solo chi lavora nel carcere puรฒ conoscere.
Non leggo una riga che regolamenti le tutele da fornire a chi lavora nel carcere, a chi garantisce che i delinquenti (perchรฉ di questo stiamo parlando) non organizzino rivolte, non si ammazzino, da soli o tra loro, non commettano reati, non costituiscano pericolo per la comunitร che, tranquilla, vive al di fuori delle mura del carcere stesso.
Il Garante Nazionale dei diritti delle persone detenute il 7 aprile ha pubblicato un bollettino. Anche qui solo parole per i detenuti.
Leggo altri articoliโฆ si parla solo di detenuti”.
E infine una serie di domande e una promessa a se stessa e ai suoi figli: “E del personale della Polizia Penitenziaria chi ne parla??? Chi mi spiega come mai nel carcere di Carinola, dove mio marito lavorava, il 6 febbraio 2021 sono risultati positivi contemporaneamente 17 tra agenti e ispettori di Polizia Penitenziaria (di cui uno deceduto 2 giorni dopo, seguito oggi da mio marito), un infermiere ed un operatore sanitario, mentre le centinaia di detenuti sono risultati (a seguito di tamponi effettuati a tappeto) tutti negativi? Come mai lโAmministrazione Penitenziaria si รจ precipitata a sottoporre a tampone molecolare lโintera popolazione di detenuti del carcere dopo la scoperta di questo cluster tra agenti? Ripeto, sono una persona sempliceโฆ Ma รจ evidente che mentre lo Stato si adopera per tutelare i detenuti, non si adopera per tutelare i servitori dello Stato che lavorano nelle carceri e le loro famiglie.
I detenutiโฆ per legge la pena detentiva รจ finalizzata anche alla riabilitazione del condannatoโฆma non dimentichiamo che la tutela della loro salute non puรฒ costituire per lo Stato prioritร rispetto alla tutela di chi lavora nelle carceri, di chi subisce spesso i soprusi dei detenuti, gli sputi, gli insulti, le minacceโฆ di chi, per uno stipendio da fame, lavora affinchรจ queste persone, dalla accertata pericolositร sociale, non evadano per commettere altri crimini e non ne commettano in carcere a danno di altri.
Adesso lo Stato, quello Stato che tanto si รจ adoperato e si adopera per garantire dignitร ai detenuti dovrร rispondermi. Quali tutele sono state approntate per mio marito? Quali sistemi di protezione non sono stati adeguatamente attuati? Cosa ha fatto per evitare che questo accadesse? E per colpa di chi o cosa mio marito รจ morto di un virus contratto sul posto di lavoro? Io ed i miei figli, Luca e Federica, vogliamo, pretendiamo delle risposte! E lo Stato ce le deve dare. Non potrรฒ salutare mio marito nel suo ultimo viaggioโฆil suo contagio รจ stato anche il nostro, di tutta la famiglia.
Ma non avrรฒ pace finchรจ lo Stato non risponderร alle mie domande e, se come immagino, le risposte non saranno soddisfacenti, non mi fermerรฒ e chiederรฒ giustizia per lโomicidio (perchรฉ questo sarebbe) di mio marito.
Barbara Greco”.
Gustavo Gentile
Articolo pubblicato il giorno 28 Febbraio 2021 - 10:19