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Il ministro per l’Università e la Ricerca Gaetano Manfredi con i rettori della Statale di Milano, della Federico II e dell’Università Suor Orsola Benincasa di Napoli, ha inaugurat PolìMiNa (Politica Milano-Napoli), un momento di formazione diretto a giovani tra i 18 ed i 33 anni di Napoli e Milano lanciato dalla Fondazione Salvatore. Una scuola i cui corsi svolgeranno online tra Napoli e Milano.
All’iniziativa odierna, introdotta da Massimo Adinolfi,sono intervenuti Alessandra Ghisleri, Mattia Feltri, Maurizio Ferrera e Claudio Martelli. Per Marco Salvatore, presidente della Fondazione “madre” della scuola, oggi più che mai serve una “politica che sia legata alla conoscenza ma soprattutto ai valori etici e morali: per questo la scuola vuole trasmettere a chi la frequenta nozioni fondamentali, dal diritto all’economia alla comunicazione. Ma vuole essere una base per la costruzione di una sempre maggiore trasparenza”.
Un’aspirazione condivisa dal mondo accademico, a Napoli e a Milano. “Dobbiamo rendere consapevole il Paese della necessità di una politica buona, che recuperi i valori e la competenza”, ha sostenuto Lucio D’Alessandro, rettore Università Suor Orsola Benincasa.
“Perché – ha aggiunto il rettore della Federico II Matteo Lorito – la politica ha bisogno di un cambiamento che le consenta di guidare e non di seguire la società”. “Tutto questo – ha sottolineato Elio Franzini, rettore della Statale di Milano – può e deve passare dalla collaborazione tra una grande capitale culturale come Napoli ed una capitale economica come Milano che ha storicamente anticipato i processi politici del Paese”.
Ai giovani corsisti che ogni sabato seguiranno a distanza le lezioni, PolìMiNa propone dunque un ascolto ed uno studio. A partire dalla comunicazione e dai sondaggi che, come ha detto Alessandra Ghisleri di Euromedia Research, “vanno letti e compresi, non sono una notizia da prima pagina ma nella maggior parte dei casi sono degli spunti per leggere il momento, per saper leggere la nostra reputazione attraverso le persone. Vale soprattutto nell’era del Covid, un acceleratore di tutti i processi di crisi. Specialmente in questo tempo il linguaggio è una dote fondamentale per convincere la gente e dire cose in cui possa ritrovarsi. E le parole ‘Mai’ e ‘sempre’ non piacciono più”.
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