‘O vaccino d’‘o RRe: Ovvero, le vaccinazioni nel Regno delle due Sicilie.
Sapevamo tutti, o quasi, dei cento e più primati industriali, fiscali e monetari del Regno delle due Sicilie rispetto a tutti gli altri stati e staterelli in cui allora era diviso lo stivale italiano.
Sapevamo ad esempio che il primo treno, la prima tratta ferroviaria, la prima stazione era state realizzate a Napoli e dintorni. E così il primo Piroscafo a vapore, chiamato appunto “piroscafo” e non nave, perché esso navigava grazie al fuoco che scaldava l’acqua delle sue caldaie. E sapevamo non in molti che – dato a cento il valore di un Buono del Tesoro di quello che fu il nostro Regno – esso alla Borsa di Parigi sarebbe stato cambiato a centoventicinque, mentre un equivalente Buono del Tesoro del Regno Sardo-Piemontese dei Savoia sarebbe stato cambiato a Parigi soltanto a sessanta, cioé ridotto del quaranta per cento, per la inaffidabilità monetaria dello Stato che lo aveva emesso, con le pezze dietro per il debito pubblico.
E oggi noi sappiamo bene cosa significhi il debito pubblico, viste le preoccupazioni diffuse nel nostro ceto politico per il Presente e per il futuro di questa nostra Italia oppressa da un debito immane.
Ci fermiamo qua, senza elencare i difetti del nostro ex Regno, perché ce li hanno raccontati tutti, conditi con fake all’occorrenza.
Fin da quando i Servizi segreti Inglesi nelle nostre contrade regnicole diffusero e alimentarono le fake news idonee a diffondere malcontento tra i sudditi e a preparare la invasione e la conquista del nostro ex Regno, avvenuta senza uno straccio di dichiarazione di guerra e preceduta da massicce operazioni di corruzione dei generali dell’esercito duo siciliano.
E pochi di noi sapevano che tra le fake news savoiarde ci fu anche la falsa rappresentazione fotografica – un vero e proprio fotomontaggio – della Regina Maria Sofia di Baviera, consorte del nostro ultimo re Francesco II, il cui volto fu montato sul corpo nudo di una prostituta, in una posa per l’epoca scandalosa.
Quindi, sappiamo che i difetti dei nostri ex regnanti Borbone – che pure c’erano – furono raccontati tutti ai nostri nonni e bisnonni, anche sotto forma di fake, cioè di falsità bugiarda e ladra di verità. Dei pregi non ci è stato mai raccontato nulla, anzi fino a ieri, quando qualcuno ce li comunicava era tacciato di nostalgie filoborboniche. Oggi la situazione é finalmente diversa. Anche grazie ai tam tam dei social, la verità filtra tra le fake news.
Però noi, nipoti e pronipoti dei nostri nonni e bisnonni – travolti dall’oblio della modernità, e oggi alle prese con la Pandemia globale e preoccupati le vaccinazioni che ci arrivano dagli Stati Uniti o da altre nazioni europee – tutto potevamo immaginare, tranne che le vaccinazioni, come metodica di cura medica preventiva, era una pratica nota e diffusa nel Regno delle due Sicilie, soprattutto per il colera.
Girano infatti nel WEB – e non è una fake – le ISTRUZIONI per la Vaccinazione diffuse in epoca borbonica a: “I signori vaccinatori”.
A essi si raccomandava di registrare i dati anagrafici del vaccinando, che doveva ripresentarsi dopo la vaccinazione “fra il sesto e il nono giorno, tanto per osservare se l’innesto procede bene, e per desumere la materia della pustola, quanto anche per rilasciare il certificato”.Insomma, per noi eredi dei nostri bisnoni e nonni regnicoli, nulla di nuovo sotto il sole…del Sud.
Federico L.I. Federico
Articolo pubblicato il giorno 28 Gennaio 2021 - 06:12