Grazie all’accordo tra ministero dell’Istruzione e Cnop, nel prossimo futuro ci vorranno 8mila psicologi nelle scuole d’Italia. L’Unicusano avvia un master di II livello per preparare i professionisti ad aiutare famiglie e docenti nell’affrontare la crisi scaturita dalla pandemia
Gli psicologi entrano ufficialmente nelle scuole. Complice la pandemia, gli studenti di medie e superiori stanno vivendo un momento difficile fra ansie, preoccupazioni per il futuro e difficoltà di apprendimento. Con il risultato che, oggi, la dispersione scolastica è un fenomeno sempre più preoccupante, come fotografato dall’ultima indagine di Save The Children.
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Per questo è stato firmato un accordo fra l’ordine degli psicologi e il ministero dell’Istruzione per l’inserimento di figure professionali e specializzate all’interno degli istituti scolastici che siano di supporto per ragazzi, genitori e anche al personale scolastico.
Per preparare al meglio gli operatori e dar loro tutti gli strumenti necessari per operare in ambito clinico, sociale e scolastico, l’Università Niccolò Cusano ha attivato il Master di II livello in “Psicologia scolastica”.
Diversi i compiti richiesti al consulente: si spazia dalla programmazione di attività in classe relativi all’educazione emotivo-affettiva fino alla definizione di progetti per la prevenzione e la riduzione delle difficoltà di apprendimento. Di non minor importanza l’apertura di uno sportello per l’ascolto di problemi e difficoltà di famiglie, docenti e alunni.
Come dimostrano gli ultimi rapporti di Save The Children e del ministero dell’Istruzione, l’aggravarsi dell’emergenza sanitaria rischia di compromettere la formazione di quasi 150mila studenti delle scuole italiane. Qui il tasso di dispersione negli ultimi cinque anni è oscillato tra il 14% e il 15%, ben al di sopra del target dell’Unione Europea che ne prevedeva la riduzione ad almeno il 10% entro il 2020. Inevitabili le ricadute psicologiche sulle nuove generazioni: il 65%, sarebbero convinte di pagare in prima persona l’incapacità degli adulti di gestire la pandemia mentre il 42% ritiene ingiusto che agli adulti sia permesso di andare al lavoro mentre ai giovani non è permesso andare a scuola.
Numeri alla mano, secondo le stime dell’ordine degli psicologi serviranno nel prossimo futuro almeno 8mila professionisti da impiegare nelle scuole, attivando sia interventi collettivi sulla comunità scolastica, sia la possibilità di un ascolto individuale a studenti, docenti e alle famiglie. In questo periodo di emergenza è importante che la scuola valorizzi ancor di più la crescita psicologica e umana.
“Oggi abbiamo perso un po’ la bussola, ci siamo smarriti perché abbiamo perso il valore della relazione sociale, del faccia a faccia”, spiega Romina de Cicco, docente del master dell’Unicusano. “Il ruolo dello psicologo scolastico assume quindi più importanza perché diviene il collante fra i docenti, le famiglie e gli alunni, ai84utandoli a recuperare il dialogo, a superare i problemi e le difficoltà, a ritrovare con fermezza il proprio ruolo”.
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