L’imprenditore Sguecco, il corteo per il sindaco Alfieri e i legami con il clan Maradino.
Galeotto fu il corteo. L’indagine della procura di Salerno delegata alla Squadra Mobile che ha portato all’emissione di 11 misure cautelari nasce proprio dagli avvenimenti successivi alla vittoria come sindaco di Capaccio Paestum il 9 giugno 2019 di Franco Alfieri alla guida di una colazione di centro-sinistra.
I social fecero pubblicita’ ad alcuni episodi di utilizzo improprio di mezzi di soccorso del 118, ambulanze che avevano inscenato un carosello tra le strade della cittadina. L’attenzione degli investigatori dunque si concentro’ cosi’ su Roberto Squecco, imprenditore gestore di fatto di tutte le associazioni che operavano nel settore del trasporto infermi e delle collegate societa’ di onoranze funebri, associazioni e societa’ solo formalmente intestate a suoi parenti e collaboratori. Squecco ha precedenti penali di rilievo (e’ stato condannato, infatti, con sentenza definitiva per tentata estorsione in danno di un imprenditore proprio del settore delle onoranze funebri, reato commesso al fine di agevolare il clan camorristico Marandino) ed e’ stato gia’ sottoposto a misura di prevenzione patrimoniale. Tuttavia, l’uomo continuava ad avere dirette interlocuzioni con le amministrazioni pubbliche, gli enti, i clienti, i collaboratori ed i fornitori, non giustificabili con il suo ruolo di dipendente di una delle societa’ funebri controllate e di volontario delle associazioni/onlus a lui riconducibili
E quindi dalle prime ore di questa mattina, la Polizia di Stato su delega della Procura Distrettuale della Repubblica di Salerno, ha portato al termine una vasta operazione di contrasto alle infiltrazioni criminali nel settore del trasporto infermi e delle onoranze funebri.
In particolare lโoperazione รจ stata eseguita dalla Squadra Mobile di Salerno e dalla Divisione Anticrimine della Questura di Salerno, con il coordinamento del Servizio Centrale Operativo e del Servizio Centrale Anticrimine.
Infatti, la Squadra Mobile di Salerno ha eseguito una ordinanza di custodia cautelare, emessa dal GIP del Tribunale di Salerno nei confronti dell’imprenditore di Capaccio Paestum, Roberto Squecco,ย e di ulteriori 10 soggetti, responsabili, a vario titolo, di intestazione fittizia di beni, riciclaggio, reimpiego di denaro, beni o utilitร di provenienza illecita, auto-riciclaggio, peculato, abuso dโufficio e falso, turbata libertร degli incanti ed emissione di fatture per operazioni inesistenti. Contestualmente, la Divisione Anticrimine sta eseguendo un provvedimento di sequestro di prevenzione emesso, dal Tribunale di Salerno โ sezione misure di prevenzione, ai sensi della normativa antimafia, su proposta congiunta del Procuratore della Repubblica e del Questore di Salerno, concernente beni di associazioni di soccorso pubblico e ulteriori assetti societari per un valore di circa 16 milioni di euro.
Lโattivitร dโindagine, coordinata dalla Procura della Repubblica di Salerno e delegata alla Squadra Mobile di Salerno trova la sua genesi negli avvenimenti successivi al voto amministrativo per lโelezione del Sindaco del Comune di Capaccio Paestum del 9 giugno 2019 allorquando erano stati denunciati alcuni episodi di utilizzo โimproprioโ di mezzi di soccorso del 118 del tipo ambulanze che avevano inscenato un โcaroselloโ tra le strade della cittadina di Capaccio Paestum per festeggiare il risultato elettorale.
Gli approfondimenti investigativi permettevano di raccogliere evidenze probatorie che consentivano di inquadrare Roberto Squecco quale gestore di fatto di tutte le associazioni che operavano nel settore del trasporto infermi e delle collegate societร di onoranze funebri, associazioni e societร solo formalmente intestate a parenti e collaboratori del predetto; in particolare, la figura di Squecco emergeva anche per i precedenti penali di rilievo (condannato, infatti, con sentenza definitiva per tentata estorsione in danno di un imprenditore operante proprio nel settore delle onoranze funebri, reato commesso al fine di agevolare il clan camorristico Marandino) e per essere stato giร sottoposto a misura di prevenzione patrimoniale; nonostante ciรฒ, il predetto continuava ad avere dirette interlocuzioni con le amministrazioni pubbliche, gli enti, i clienti, i collaboratori ed i fornitori, affatto giustificabili con il suo ruolo di dipendente di una delle societร funebri controllate e di mero volontario delle associazioni/onlus allo stesso riconducibili. Ed invero, lo Squecco ricopriva formalmente ruoli marginali allโinterno delle societร ed associazioni a lui riconducibili al solo fine di non farne trasparire la titolaritร e gestione diretta nel tentativo di eludere lโeventuale applicazione a suo carico di misure di ablative in sede di prevenzione.
Nellโambito di detta attivitร dโindagine, giร a far data dallโottobre 2019, venivano eseguiti, nei confronti dello Roberto Squecco e di ulteriori soggetti, prestanome del predetto, sequestri preventivi di alcune societร ed associazioni, operanti nel settore del trasporto e soccorso infermi in convenzione con lโA.S.L. di Salerno e delle onoranze funebri nonchรฉ dei beni strumentali delle stesse; venivano altresรฌ sottoposti a sequestro conti correnti e rapporti bancari sui quali erano stati rintracciati movimenti di ingenti somme di danaro pari a circa 500.000,00 euro.
Contestualmente allโesecuzione dei provvedimenti cautelari personali – secondo una strategia di contrasto avviata, a livello nazionale, dalla Direzione Centrale Anticrimine della Polizia di Stato, che prevede un modello operativo innovativo, caratterizzato dallo svolgimento in parallelo delle indagini penali e di prevenzione antimafia, investigatori del Servizio Centrale Anticrimine e della Divisione Anticrimine di Salerno hanno eseguito, nei confronti di Roberto Squecco, un decreto di sequestro di prevenzione di beni e assetti societari, per un valore di circa 16 milioni di euro.
Il provvedimento ablatorio รจ stato emesso dal Tribunale โ Sezione Misure di Prevenzione di Salerno – ai sensi della normativa antimafia, su proposta formulata congiuntamente dal Procuratore della Repubblica di Salerno e dal Questore di Salerno.
LโAutoritร giudiziaria ha valutato positivamente le risultanze delle indagini svolte dai menzionati Uffici, rilevando la pericolositร sociale dello Squecco sia โqualificataโ โ quale appartenente alle associazioni di cui allโart. 416 bis c.p. (nello specifico al clan โMarandinoโ) e quale soggetto indiziato del delitto di cui all’articolo 512 bis c.p. (trasferimento fraudolento di valori) โ che โgenericaโ, poichรฉ soggetto che vive abitualmente con i proventi di attivitร delittuose.
In particolare, il Tribunale, concordando con la richiesta delle Autoritร proponenti, ha evidenziato che lo Squecco รจ da considerare soggetto socialmente pericoloso sin dalla seconda metร degli anni โ90. Risalgono a quel periodo, infatti, le denunce per truffa, ricettazione, violazione delle norme tributarie, traffico di carte clonate, nonchรฉ le operazioni di distrazione di beni e capitali poste in essere in danno dei creditori delle societร da costui amministrate, formalmente o di fatto, poi dichiarate fallite. Condotte queste ultime grazie alle quali lo Squecco ha accumulato un ingente capitale illecito, di oltre 3 milioni di euro, successivamente reinvestito in diversi settori imprenditoriali, e per le quali ha riportato due condanne per bancarotta fraudolenta.
Il provvedimento, inoltre, ha evidenziato, che negli anni 2012โ2014, lโimprenditore salernitano ha manifestato anche una pericolositร sociale di tipo qualificato, derivante dalla vicinanza al clan camorristico โMarandinoโ; infatti, nel 2014, egli รจ stato tratto in arresto per partecipazione ad associazione di stampo camorristico facente capo a Marandino Giovanni ed estorsione aggravata. Fatti per i quali รจ stato condannato, definitivamente, con parziale riforma nella forma tentata del delitto estorsivo aggravato dal metodo mafioso.
In tale arco temporale lo Squecco, anche grazie al reinvestimento dei proventi di reati tributari, ha, di fatto, continuato a mantenere il monopolio nei servizi delle onoranze funebri e del pubblico soccorso nei Comuni cilentani di Agropoli, Acerno e Capaccio, attraverso la creazione di nuove associazioni e societร intestate a prestanome ovvero infiltrando imprese di terzi giร attive, in modo da sfruttare, in maniera occulta, mezzi e licenze altrui conseguendo, pertanto, un notevole arricchimento.
Sotto tale ultimo profilo, viene stigmatizzato, altresรฌ, il complesso sistema di fatturazioni per operazioni inesistenti realizzato dal predetto attraverso societร cartiere operanti nel settore sanitario, che ha fruttato, solo nel periodo 2017/2019, introiti per circa 1 milione di euro, successivamente riciclati nelle casse di altre Onlus non operative sempre riconducibili allo Squecco, e distratti per finalitร personali o per creare provviste di denaro contante.
Parimenti, vengono poste in rilievo e condivise dal Tribunale le risultanze delle investigazioni patrimoniali, che hanno delineato lโarticolata rete di soggetti giuridici non dotati di personalitร giuridica e di strutture societarie create ad hoc o โrilevateโ negli anni 2018 โ 2020 per โsuperareโ gli impedimenti imposti dallโAutoritร , che hanno consentito allo Squecco, grazie alla folta schiera di prestanome, di continuare a mantenere il controllo dei settori delle onoranze funebri e dellโassistenza sanitaria e soccorso di infermi.
Gli approfondimenti economico-finanziari, hanno, altresรฌ, documentato come Squecco abbia reinvestito le somme illecitamente acquisite con le due importanti e risalenti bancarotte fraudolente, compiendo diverse operazioni commerciali, tra le quali spiccano per la particolare rilevanza: in primo luogo, lโacquisto, attraverso la societร Pianeta Paestum S.r.l, di 12 terreni ubicati in Capaccio, dellโestensione di circa 18 ettari, per lโimporto dichiarato di 1.600.000.000 delle vecchie lire, il cui attuale valore, sulla base della relativa destinazione urbanistica e delle potenzialitร di sfruttamento che li contraddistinguono, รจ stimabile in circa 15 milioni di euro; tra le varie progettualitร che hanno interessato i citati terreni, nonchรฉ altri appezzamenti limitrofi, vi era quella di realizzare un parco divertimenti tematico, con lโintervento delle amministrazioni Comunali di Capaccio e Agropoli; in secondo luogo, la costituzione di due compagini societarie in Romania, attive nella produzione e vendita di prodotti caseari, registrate fra il 2002 ed il 2009, titolari di immobili in quel Paese.
Pertanto, alla luce degli elementi esposti, nonchรฉ degli accertamenti esperiti attraverso una specifica richiesta di Commissione Rogatoria alle competenti Autoritร Romene, il Tribunale ha disposto il sequestro di una societร con sede in Italia, 2 associazioni di soccorso, 26 automezzi, 7 conti correnti bancari, 12 terreni siti in Capaccio – Paestum (SA), 1 terreno sito a Zimbor – Romania, per un valore complessivo stimato di circa 16 milioni euro.
Con riferimento, in particolare, al bene immobile situato in territorio estero, รจ stata attivata, per la prima volta nel nostro Paese, la procedura introdotta dal nuovo Regolamento (Ue) 2018/1805 del Parlamento Europeo e del Consiglio del 14 novembre 2018, per il riconoscimento reciproco dei provvedimenti di congelamento e di confisca.
Articolo pubblicato il giorno 20 Gennaio 2021 - 13:02
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