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La Corte di Appello di Napoli: ‘La durata dei procedimenti penali è intollerabile’

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La Corte di Appello di Napoli: “La durata intollerabile dei procedimenti penali determina, a causa dell’intervento della prescrizione, la sostanziale impunità per tutti i reati minori”

“La durata intollerabile dei procedimenti penali determina, a causa dell’intervento della prescrizione, la sostanziale impunità per tutti i reati minori, tra cui ve ne sono anche alcuni particolarmente allarmanti, come ad esempio le truffe in danno delle persone anziane o le lesioni personali. Il risultato è che chiunque subisca una truffa o un’aggressione è scoraggiato dal denunciarle perché di fatto le sue possibilità di avere giustizia con la condanna del truffatore o dell’aggressore sono davvero minime”.

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Così il presidente della Corte d’Appello di Napoli, Giuseppe De Carolis Di Prossedi, intervenuto all’inaugurazione dell’anno giudiziario. “Inoltre, – rimarca il presidente – in assenza della prescrizione, la pendenza inevitabilmente salirebbe e aumenterebbe quindi la durata dei processi, con la conseguenza che l’imputato eventualmente innocente rimarrebbe sotto processo per un tempo lunghissimo”.

“E’ assolutamente necessario aumentare anche la pianta organica del personale amministrativo altrimenti non si farà altro che spostare il collo di bottiglia nell’attività delle cancellerie, per cui non sarà possibile in concreto né aumentare le definizioni dei processi né eseguire le sentenze definitive”. Questa la richiesta del presidente della Corte d’Appello di Napoli, Giuseppe De Carolis di Prossedi, nella sua relazione alla cerimonia d’inaugurazione dell’anno giudiziario.

“Già ora la pianta organica del personale amministrativo della Corte è largamente insufficiente, considerato che è previsto poco più di un dipendente amministrativo per ogni magistrato. È evidente che, essendo aumentato l’organico della magistratura e rimanendo invece invariato l’organico già ampiamente inadeguato del personale amministrativo, il predetto rapporto è ora ulteriormente peggiorato, al punto da rendere quasi ingestibile l’ufficio, tenuto conto, peraltro, che oltre un terzo del personale amministrativo della Corte – ha aggiunto – è impegnato in compiti che non sono attinenti allo svolgimento dell’attività giurisdizionale in senso stretto”.

“A ciò si aggiungano le numerose scoperture nei ruoli del personale amministrativo, dovute ai numerosi pensionamenti, conseguenti all’età media elevata del personale della Corte, a cui si era posto finora rimedio mediante lo strumento dell’applicazione infradistrettuale, privilegiando, nei limiti del possibile, le applicazioni con il consenso del lavoratore interessato previo interpello”, ha detto ancora De Carolis. Il presidente ha, invece, salutato “con grande favore la nuova stagione assunzionale avviata dal ministero della Giustizia, che, nonostante l’inevitabile rallentamento dovuto alla pandemia, ha bandito concorsi per i diversi ruoli del personale giudiziario che – ha concluso – dovrebbero in tempi relativamente brevi far affluire nuovo personale negli uffici colmando almeno in parte le numerose scoperture”.


Articolo pubblicato il giorno 30 Gennaio 2021 - 13:44


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