La Corte di Cassazione ha cancellato per la seconda volta una condanna all’ergastolo per il boss del quartiere di Napoli di Secondigliano, Marco Di Lauro, come mandante dell’omicidio nel quale perse la vita Attilio Romanò, morto per errore il 25 gennaio del 2005 nella prima faida di Scampia. Il processo approda per la terza volta in Corte d’Appello. A entrare nel negozio di telefonia in cui lavorava Romano’ fu Mario Buono, detto “topolino”, che fece fuoco contro il giovane estraneo alle logiche della camorra.
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Il reale obiettivo dei killer era, in realta’, Salvatore Luise, nipote del boss del clan degli scissionisti Rosario Pariante. Gia’ nel 2005, la Cassazione, ha annullato la sentenza d’appello, rinviando a un nuovo collegio della Corte di Assise di Appello di Napoli per rifare il processo di secondo grado che l’11 novembre del 2019 confermo’ il “fine pena mai” per Di Lauro.
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