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“Dobbiamo ripartire da due parole – continua il direttore del Museo e Real Bosco di Capodimonte, Sylvain Bellenger – : scienza, con la campagna vaccinale appena iniziata che gradualmente allontanerà la crisi sanitaria, e cultura, amica insostituibile che ci ha alleviato le restrizioni del lockdown e indispensabile per continuare a essere comunità ritrovando quelle radici unitarie comuni a tutti i popoli, privati nel 2020 di importanti forme di socialità”.
Intanto è stato pubblicato sui profili social del museo una video-sintesi dell’anno 2020: una carrellata di immagini che, “nonostante l’anno orribile dovuto alla pandemia hanno regalato emozioni come solo l’arte sa fare”, fanno sapere da Capodimonte.
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Le inaugurazioni delle mostre su Vincenzo Gemito, Luca Giordano e Christiane Lohr, il riallestimento della collezione farnese per la riapertura del Museo dopo il primo lockdown e il restauro architettonico del giardino tardobarocco, comprese le sculture nell’emiciclo di Porta di Mezzo e la statua del Gigante alla fine del viale centrale. Il restauro del capolavoro di Giovanni Bellini ‘La Trasfigurazione’ e il lungo lavoro per digitalizzare tutto le opere del museo, cominciando dall’armeria farnesiana e borbonica, la Wunderkammer e l’ottocento privato.
E poi nel Real Bosco, il cui valore ambientale e sociale è apparso ancora più prezioso, prove di socialità, seppur con i limiti del distanziamento fisico sanitario, negli eventi estivi: il festival della musica popolare del Sud Italia, la rassegna di Cinema ‘Monelli e Ribelli’ e gli spettacoli del Napoli Teatro Festival Italia. Appena sarà possibile, il complesso di Capodimonte si presenterà al pubblico con nuove mostre e allestimenti.
Al primo piano la mostra ‘L’ottocento e la pittura di storia: Francesco Jacovacci’, a cura di Maria Tamajo Contarini per il ciclo ‘L’opera si racconta’, nell’arte contemporanea la mostra ‘Capodimonte incontra la Sanità’ con l’esposizione delle opere dell’artista Paolo La Motta, tra cui il ritratto di Maradona bambino donato al museo grazie alla generosità dell’associazione Premio GreenCare e al secondo piano il nuovo allestimento del presepe che unisce tre diversi gruppi presepiali, donati in diversi momenti da membri della famiglia Catello, riuniti dopo quasi un secolo sotto una teca costruita come le antiche scarabattole.
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