“Arrivato lo stralcio della posizione per il rinvio a giudizio per i fatti di Pineta Grande, confermo nuovamente che rivoterei l’atto altre 1000 volte perché Castel Volturno non è solo la Città della mafia Nigeriana, dei traffici di droga, armi e organi, la città dei rifiuti e del mare inquinato. Siamo stanchi di una rappresentazione esclusivamente in termini negativi di un territorio che ha tanto da offrire, e che nonostante le numerose difficoltà riesce a farsi conoscere anche per le eccellenza, come il Calcio Napoli, l’Imat e la stessa Pineta Grande. Non smetterò mai di difendere la mia Città, gli sciacalli dovranno aspettare.”
Queste le parole di Cesare Diana, subito dopo la notizia dell’archiviazione della sua posizione, che lo vedeva ingiustamente coinvolto nell’inchiesta sull’ampliamento di Pineta Grande, da clinica che sorge sulla domitiana a vera e propria cittadella sanitaria.
“Ribadisco se non fosse stato ancora chiaro – sottolinea Diana – che rivoterei l’atto per diversi motivi, non solo perché avere una struttura di eccellenza sanitaria entro i limiti comunali assicura ai cittadini di Castel Volturno assistenza continua a portata di mano, ma anche perché garantisce uno sviluppo economico, poiché com’è ben noto Pineta Grande è raggiunta da persone provenienti da tutta la Campania e da ogni parte di Italia.”
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