Caserta. Nella mattinata odierna, i Carabinieri forestali del Nucleo Investigativo di Polizia Ambientale, Agroalimentare e Forestale di Caserta –N.I.P.A.A.F., unitamente a personale della Stazione Carabinieri Forestale di Marcianise, hanno dato esecuzione a distinte ordinanze di custodia cautelare emesse, su richiesta di questa Procura della Repubblica, dal GIP del Tribunale di Santa Maria Capua Vetere nei confronti di due soggetti, P.G., un uomo di anni 55 di Santa Maria Capua Vetere, cui è stata applicata la misura degli arresti domiciliari, e C.A., un giovane albanese di anni 23, residente alla Frazione Sant‘Andrea dei Lagni del medesimo comune sammaritano.
Gli stessi sono gravemente indiziati di avere, in concorso tra loro ed in esecuzione di un medesimo disegno criminoso, dato luogo, tra l‘altro, a plurimi incendi di rifiuti speciali e non, costituiti da imballaggi per ortofrutta in plastica, in legno e in cartone. Incendi suscettibili di assumere vaste proporzioni, così cagionando pericolo per la pubblica incolumità e danno ingiusto per la salubrità dell‘ambiente.
Contestualmente sono stati notificati avvisi di conclusione delle indagini ad altri quattro complici, F.B.C., una donna polacca di anni 52, coniuge di P.G., K.J.K., un uomo polacco di anni 49, residente in S. Maria C.V., e ai coniugi A.A.F., di anni 54, e T.G., di anni 62, residenti in agro del comune di Grazzanise (CE).
Detti provvedimenti si inseriscono, infatti, nell‘ambito di più ampia ed articolata indagine diretta da questa Procura della Repubblica in relazione alla problematica di emergenza ambientale della c.d. “Terra dei Fuochi”, iniziata nell‘anno 2018, allorquando nel mese di dicembre era già stata posta in sequestro un‘area di 2000 mq sita in zona adiacente al mercato ortofrutticolo di San Tammaro, da P.G. utilizzata per attività illegale di raccolta, trattamento e commercializzazione di rifiuti, costituiti da imballaggi per prodotti ortofrutticoli, nonché al sequestro penale di due autocarri utilizzati per l‘illecito trasporto dei rifiuti.
In quella circostanza venne altresì tratto in arresto K.J.M., di anni 21, originario del Gambia, un dipendente di fatto di P.G., sorpreso in flagranza di reato mentre si accingeva, all‘interno della predetta area, ad appiccare il fuoco ad un cumulo di rifiuti depositati sul suolo, costituiti dalle cassette in disuso non commercializzabili.
A partire da tale data, l‘allora indagato P.G., nominato custode giudiziario in costanza di sequestro, poneva in essere numerose violazioni ai doveri di custodia, sottraendo gli imballaggi presenti nel deposito allo scopo di commercializzarli e violando materialmente i sigilli di Stato apposti all‘ingresso dell‘area posta in sequestro, onde favorire l‘ingresso ad essa, servendosi, più volte, anche degli autocarri per i quali vigeva il vincolo reale, continuando a svolgere l‘attività illecita anche su suolo pubblico, ovvero nel piazzale prospiciente il mercato ortofrutticolo di San Tammaro.
Successivamente, nel mese di luglio 2019, i militari forestali del NIPAAF e del Reparto Forestale di Marcianise, collaborati nella circostanza dai Carabinieri della Compagnia di S. Maria C.V., a seguito di un servizio mirato di appostamento e di pedinamento, traevano in arresto, d‘iniziativa, altri tre soggetti, tra cui lo stesso P.G., ritenuti responsabili, a vario titolo e con distinte modalità comportamentali, del delitto di combustione illecita di rifiuti e di trasporto dei medesimi in funzione del loro successivo incendio, scoprendo, così, l‘ulteriore sito di conferimento degli imbalaggi in Grazzanise (CE).
L‘attività investigativa ha consentito, dunque, di ricostruire, alla luce dei singoli episodi criminali, l‘esistenza di una vera e propria organizzazione delinquenziale costituita da un “capo”, P.G., promotore ed organizzatori delle molteplici condotte delittuose, e cinque sodali: F.B.C., coniuge del “capo”, compartecipe alle strategie operative del sodalizio nonchè proprietaria del terreno ove avvenivano le combustioni dei rifiuti; C.A., parimenti organizzatore dell‘associazione, figura di raccordo dell‘odierno arrestato nella direzione di operai dell‘impresa di fatto, illegalmente costituita; K.J.K., cognato di P.G., partecipe all‘associazione quale operante; i coniugi A.A.F. e T.G. che, al fine di ottenere benefici economici, mettevano a disposizione dell‘associazione rispettivamente la propria opera materiale e il terreno sito in Grazzanise, alla via La Quercia, per il deposito dei rifiuti da rivendere e per l‘incendio di quelli non commercializzabili, in tal modo agevolando l‘operato del sodalizio, rafforzandolo e condividendone i fini.
In altri termini i sei criminali si erano stabilmente associati tra di loro per il traffico illecito di rifiuti speciali costituiti da imballaggi in plastica, legno e cartone destinati ai prodotti ortofrutticoli e provenienti dal Mercato ortofrutticolo di San Tammaro (CE).
L‘associazione, avvalendosi di un deposito completamente abusivo e di un sistema organizzato di automezzi, aveva dunque intrapreso un‘attività non autorizzata di raccolta, trasporto e commercializzazione di detti imballaggi, nonché di distruzione di quelli non rivendibili mediante la loro illecita combustione. Gli incendi, consumati inizialmente nel sito posto alle spalle del mercato ortofrutticolo di San Tammaro, a seguito del sequestro operato dai militari, proseguivano in altra area, allocata nel comune di Grazzanise, ove era stato individuato un ulteriore luogo per lo smaltimento illecito dei rifiuti mediante illecito incendio.
L‘attività di indagine ha, in definitiva, consentito di disvelare una complessa realtà criminale in cui i predetti associati operavano in assoluto dispregio delle norme relative allo smaltimento dei rifiuti. Ciò che appare più grave è che l‘attività del sodalizio non si sostanzia nel pur illecito riciclo degli imballagi, ma soprattutto nel criminale smaltimento di quelli in disuso che, invece di essere conferiti presso siti abilitati, venivano “malamente” sparse ai margini delle strade ed addirittura incendiate, con grave pericolo per la pubblica incolumità.
Desta poi assoluto allarme il fatto che gli indagati non abbiano mostrato remora alcuna pur a seguito dei numerosi controlli della P.G. cui sono stati sottoposti ed anzi abbiano continuato a svolgere l‘attività illecita utilizzando anche il deposito ed i veicoli posti in sequestro.
La pervicacia degli indagati nella prosecuzione dell‘attività illecita si evidenziava non solo in ragione delle numerose violazioni di sigilli contestae dai militari, ma anche alla luce delle conversazioni capatate durante le indagini dalle quali è emerso che P.G. e C.A. si erano sempre preoccupati di proseguire nell‘attività illecita anche nel periodo in cui il “Capo” del Sodalizio, P. G., si trovava sottoposto alla misura cautelare degli arresti domiciliari.
Alla luce di detti elementi, il GIP ha ritenuto di tutta evidenza, che ci si trova innanzi a soggetti che svolgono in maniera stabile l‘attività illecita in argomento, essendo adusi a procacciarsi denaro mediante la commissione di reati della stessa specie di quelli disvelati, onde appare presumibilmente certo che, se agli stessi non venga inibita la libertà di movimento, perseverino nelle condotte delittuose: di qui, l‘applicazione delle misure restrittive degli arresti domiciliari per P.G. e dell‘obbligo di dimora per C.A., quale unico rimedio per interrompere definitivamente lo svolgimento delle plurime condotte illecite.
Va, in conclusione, sottolineato come grazie all‘attenta e pervicace attività di direzione delle indagini da parte di questa Procura della Repubblica, che consentiva la sinergia delle energie investigative profuse da personale appartenente sia ai CC Forestali in servizio presso il NIIPAF di Caserta, sia presso la Stazione di Marcianise, nonché presso l‘Aliquota CC di questa Procura, si è pervenuti ad un importante risultato rispetto ad un preoccupante fenomeno che impatta negativamente su plurime matrici ambientali e che desta notevole allarme sociale.
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