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Lo Stato dovrà pagare 220mila euro ad una donna di Napoli che 31 anni fa era stata sottoposta a trasfusioni di sangue infetto. A stabilirlo è stata la VIII sezione del Tar Campania che con sentenza del 14 dicembre 2020 ha obbligato il Ministero della Salute al risarcimento.
La donna era stata infatti emotrasfusa nel 1989 durante la degenza presso l’Ospedale Cardarelli per problemi ginecologici, e per effetto di tali somministrazioni, contrasse l’infezione da HCV epatite virale di tipo C. La commissione medica del Ministero della Salute in seguito all’istanza presentata nel 1997 ha accertato il nesso di causalità tra le trasfusioni praticate e l’epatopatia da virus C.
Successivamente a tale responso la pensionata di Napoli conferiva incarico all’avvocato Maurizio Albachiara per accertare la condotta omissiva del Ministero della Salute sulle sacche di sangue destinate alla trasfusione e per la conseguenziale richiesta dei danni subiti. Dopo aver espletato l’attività istruttoria il Tribunale di Napoli con sentenza del 23 dicembre 2008 condannava il Ministero della Salute al pagamento della somma di 220mila euro circa oltre interessi e rivalutazione a favore della donna.
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Avverso tale sentenza nel giugno 2009 il Ministero della Salute proponeva appello adducendo tra i vari motivi l’assenza della colpa omissiva e la mancanza del nesso tra l’evento lesivo e la condotta omissiva del Ministero della Salute. A mezzo il patrocinio dell’avvocato Albachiara la donna contestava tutti i motivi di impugnazione del Ministero della Salute e con sentenza del 15 ottobre 2015 la sezione IV della Corte di Appello di Napoli – dopo un giudizio durato complessivamente 10 anni – ha ancora una volte dato ragione alla povera pensionata confermando la sentenza del Tribunale di Napoli con la condanna del Ministero della Salute al Pagamento delle somme.
Da allora sono passati ulteriori anni 5 per far dichiarare dal Tar Campania con sentenza del 14 dicembre 2020 l’obbligo del Ministero della Salute al pagamento delle somme, in quanto il dicastero della Salute con il semplice passaggio in giudicato della sentenza non aveva ancora pagato. “Questa sentenza rappresenta una delle battaglie vinta dallo studio Albachiara, adesso si spera che il Ministero della Salute sia celere nel pagamento” spiega l’avvocato Maurizio Albachiara che per tale ritardo si attiverà per la richiesta di un ulteriore danno per la lungaggine del processo.
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