Si tratta del “quartiere” Liparoti, costruito a partire dal 1769 per accogliere i marinai di Lipari adibiti alla cura della flottiglia che stazionava nella Peschiera Grande realizzata poco distante.
Una parte del quartiere, fino al 2016, è stata occupata da ex custodi della Reggia di Caserta che vi risiedevano al suo interno, anche in modo illegittimo; gli ultimi residenti furono infatti sfrattati. Da allora, il Liparoti è caduto in una specie di oblio, incalzato dalla vegetazione, almeno fino a qualche mese fa, quando il direttore della Reggia Tiziana Maffei ha disposto l’avvio di un impegnativo intervento di pulizia e sgombero, con l’idea finale di trasformare l’ex villaggio dei marinai in un punto di accoglienza sperimentale del Parco Reale e, di destinarlo per la prima volta alla fruizione dei visitatori e ad attività laboratoriali ed educative.
L’area all’aperto del quartiere, di circa 1500 metri quadrati, era ricoperta da rifiuti e materiale di vario genere fagocitati dalla vegetazione. Lo spazio, al confine con il territorio della frazione casertana di Ercole e del comune di Casagiove, presentava baracche e manufatti abusivi, realizzati in lamiera e con oggetti di recupero di ogni tipo; c’erano recinzioni, depositi attrezzi, pollai e altri ricoveri per animali.
Dopo aver bonificato la zona dalle piante infestanti, dalle sterpaglie e dai rovi, e aver rimosso gli alberi pericolanti, sono stati rinvenuti scarti edili, metallo, plastica e amianto. La superficie presentava, inoltre, sprofondamenti, buche e avvallamenti. Entro la fine dell’anno, fa sapere la Direzione del Museo patrimonio dell’Unesco, tutti i materiali verranno smaltiti ad opera di una ditta specializzata. La riqualificazione del quartiere Liparoti proseguirà nel 2021, quando la zona e gli edifici storici ancora presenti saranno oggetto di interventi di valorizzazione nell’ambito del III lotto dei lavori del Piano Stralcio “Cultura e Turismo”, Fondo per lo Sviluppo e la Coesione (FSC) 2014-2020; il quartiere, però, tornerà nell’immediato a vivere grazie al progetto “Horticultura”, già avviato, prima della chiusura per Covid 19, in un’altra zona del Parco Reale, e realizzato per contrastare l’abbandono scolastico e la povertà educativa e stimolare la cittadinanza attiva.
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