Per il giorno 14 di questo difficile Dicembre, coda finale di questo angosciante Anno 2020, contrassegnato dall’imperversare del COVID, a Pompei il Comitato “Pompei: NO ai Sottopassi” e il Comitato “Crapolla Oltre” hanno indetto una conferenza allargata sul WEB per dire ancora una volta NO al Progetto EAV. L’ oggetto dell’ennesimo contendere è infatti il Progetto EAV.
Esso è la prima sostanziosa tranche del “tesoretto” di cento milioni di Euro di lavori che, per la realizzazione di due mega interventi, il Progetto EAV di riqualificazione ferroviaria e urbana e il Progetto di HUB Turistico a Pompei Scavi, si apprestano a planare sulla realtà urbana pompeiana rinnovandola profondamente.
Per il progetto EAV sono infatti pronti e disponibili oggi circa 60 milioni di euro, per il Progetto HUB circa quaranta milioni di Euro. Ma, soprattutto nel caso dell’HUB turistico, ogni ritardo può causa il rischio della perdita di parte delle risorse disponibili, come peraltro già avvenuto per entrambi gli interventi in passato, per la scarsa efficacia della azione politico amministraticva. Entrambi gli interventi sono epocali. Ma entrambi – essendo proiettati verso il futuro – sono ovviamente avversati da coloro che vedono minacciato il loro particulare.
E quindi, per il Progetto EAV i Comitati, fanno piovere proteste e ipotesi alternative, prodotte un tanto al chilo, sull’onda del famoso slogan “Not In My Back Yard”, letteralmente. “Non nel mio cortile sul retro”. Se si va a leggere su qualche dizionario al termine NIMBY corrisponde questa definizione: “Forma di protesta attuata da un gruppo di persone o da una comunità locale contro opere e attività di interesse pubblico che hanno o potrebbero avere effetti negativi sulla loro area di residenza.” E questo sarebbe proprio il caso di Pompei. Ma, a nostro parere, a Pompei si è di fronte a un caso di esasperato tardosessantottismo, alimentato dalle ricorrenti velleità pentastellate, mascherate da opposizione politica.Opposizione a chi non si sa, visto che i livelli ministeriali più alti della questione – cioè il Ministero delle Infrastrutture, quello dell’Ambiente e il MIBACT – sono rappresentati anche dai pentastellati che sono al governo del paese nel Conte Due, fino a prova contraria.
Forse all’insaputa dei livelli locali?
Così si potrebbe pensare visti gli ostacoli che i tardosessantottini e i pentastellatini locali frappongono alla più parte delle iniziative, dal livello regionale a quello comunale. Diciamo subito però che la posizione tecnico-amministrativa dei due interventi è totalmente differente. IL Progetto dell’HUB Turistico è in divenire, mentre il Progetto EAV è un fatto compiuto ormai.
Esso è stato ampiamente – anzi fin troppo – analizzato, sviscerato, modificato. E’ stato anche depurato di alcune criticità, tenendo conto dei numerosi desiderata dei cittadini interessati, i residenti della Zona Crapolla di Pompei, a nord del centro città e a confine con la provincia salernitana. Il Progetto EAV ha dunque superato tutti i gradini e i livelli dei pareri e delle approvazioni, compreso quello, finale e definitivo, del Consiglio Comunale di Pompei, nel 2019, dopo tanti impegnativi e a volte burrascosi dibattiti ed esami allargati e non.
Proporre, come fanno i Comitati, un ulteriore riesame oggi appare francamente grottesco. La strada è invece ancora lunga per il Progetto HUB turistico, essendo esso in fase progettuale di fattibilità, sia pure avanzata, in quanto durante la gestione commissariale del Comune si è avuta una accelerazione in conferenza dei servizi. In più gli imprenditori interessati dal ridisegno urbano stanno producendo proposte alla Amministrazione comunale per ottimizzare le soluzione proposte dal RFI Italia per l’HUB turistico e la nuova stazione ferroviaria prevista.
Le criticità sono state comunque segnalate da più parti, sembra anche dal Ministero dell’Ambiente, nonché da qualche associazione ambientalista, che intende difendere il tracciato storico stradale del fronte meridionale degli Scavi di Pompei. E’ il tracciato della via Plinio, ex SS N° 18, noto in tutto il mondo e storicizzatosi da ben oltre mezzo secolo. Ma il progetto procederà comunque speditamente onde raccogliere la interezza delle risorse a disposizione. Esse raggiungono infatti i circa quaranta milioni di euro.
Prima di chiudere, ci sembra opportuno ripetere a chiare lettere per i nostri lettori che i due interventi, entrambi di respiro territoriale, non producono un centesimo di gravame sulle Casse Comunali, esauste e più volte negli ultimi anni sull’orlo del dissesto, scongiurato a stento. Le risorse di questo tesoretto di lavori a farsi si rivelano dunque particolarmente preziose.
Federico L.I. FEDERICO
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