E’ morta in un ospedale di New York e ad annunciare la sua scomparsa, avvenuta mercoledì scorso, è stata la figlia, l’attrice e regista di video musicali Echo Angelica Danon, a “The Hollywood Reporer”.
Era la moglie del filosofo italiano Edmondo Danon, figlio del noto produttore cinematografico Marcello. In prime nozze era stata sposata con il produttore cinematografico Clay Felker, da cui poi divorziò dopo il suo arrivo a Cinecittà.
Nata ad Oklahoma City il 13 ottobre del ’42, la Tiffin iniziò la carriera come modella conquistando anche la copertina di “Vogue”, per poi approdare quasi casualmente al mondo del cinema. Il film di esordio fu “Estate e fumo” di Peter Glenville, ottenendo una candidatura al Golden Globe come migliore attrice debuttante. Neo stesso ano, il 1961, venne scelta dal regista Billy Wilder per prendere parte alla commedia satirica “Uno, due, tre!”, che le valse due candidature al Golden Globe come migliore attrice non protagonista e come migliore attrice debuttante. Pur continuando a fare la modella recitò in altre pellicole di genere brillante come “Alla fiera per un marito” (1962) di José Ferrer, “Appuntamento fra le nuvole” (1963) di Henry Levin e “Mentre Adamo dorme” (1964) di Jean Negulesco. La sua carriera proseguì con film più impegnativi, come “Detective’s Story” (1966) di Jack Smight, accanto a Paul Newman, e al fianco di Burt Lancaster e Lee Remick nel western parodistico “La carovana dell’alleluia” (1965) di John Sturges.
Anche a causa della crisi coniugale con il marito Clay Felker, a metà degli anni ‘60 l’attrice si trasferì in Italia, stabilendosi a Roma fino al 1974. Rimasta affascinata dall’ambiente di Cinecittà oltreché di Roma, vi si stabilirà fino al 1974. Apprezzata per la freschezza, la sensualità e anche una certa dose di ironica ingenuità, in Italia la Tiffin partecipò a fortunate pellicole come “Delitto quasi perfetto” (1966) di Mario Camerini, accanto a Philippe Leroy, “L’arcangelo” (1969) di Giorgio Capitani, insieme a Vittorio Gassman, e “Il vichingo venuto dal sud” (1971) di Steno, accanto a Lando Buzzanca.
A Cinecittà fu protagonista di diverse commedie e ottenne la parte che la consegna alla storia del cinema italiano, quella Marisa Di Giovanni contesa tra Nino Manfredi e Ugo Tognazzi nel film di Dino Risi, “Straziami ma di baci saziami” (1968).
La sua carriera cinematografica termina a Roma nel 1974, a soli 32 anni quando sposando Edmondo Danon, abbandonò la recitazione per tornare a New York e dedicarsi soprattutto alle due figlie, Echo Angelica (nata nel 1976) e Aurora Hillego (nata nel 1981) e al marito, il quale divenne direttore dell’Istituto Hesperia per il Medioevo e il Rinascimento.
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