Sono i medici e gli infermieri, che nonostante l’emergenza sanitaria continuano a sacrificarsi per il prossimo e sottoporsi a turni di lavoro massacranti mettendo a rischio la propria incolumità, gli eroi odierni.
Tra questi vi è senza dubbio alcuno Daniele Cagnacci, il medico di famiglia napoletano che col il suo studio al Corso Umberto rappresentava un punto di riferimento per un intero quartiere, morto a 64 anni a causa del covid.
Sono in tanti i pazienti del dott. Cagnacci ed i cittadini che si stanno mobilitando per chiedere l’installazione di una targa commemorativa che ricordi il valore di un medico e di uno uomo che ha saputo scarificarsi, senza mai risparmiarsi, mettendo a rischio la propria vita per curare gli ammalati.
“Daniele era mio amico, un vero amico, con la ‘A’ maiuscola, oltre ad essere il mio medico curante. Spesso citofonata di sera alle 11, saliva con gli occhi semichiusi dalla stanchezza e la sua borsa con i suoi attrezzi di cui non si staccava mai.
Si sedeva in cucina, prendeva un caffè, una banana ed intanto ci ascoltava… argomenti frivoli, questo gli bastava a rilassarsi dopo una giornata iniziata alle 7 tra visite domiciliari e in studio a curare il corpo e soprattutto l’anima dei suoi pazienti.
Verso mezzanotte si alzava e prendendo dalla tasca un pizzino stropicciato con una lista di nomi depennati, con voce soffusa diceva “devo andare, ho ancora 4 visite da fare… Secondigliano, Capodimonte e 2 al Vomero” e rimettendo il pizzino in tasca, il pesante borsone a tracollo, (non so se con incoscienza, coraggio o entrambi) partiva con lo scooter… freddo e pioggia… nulla lo fermava.
Ecco… questo era il dottor Cagnacci. Questo era l’amico Daniele.
Sarebbe sacrosanto che anche il comune di Napoli ricordi con un segno tangibile l’umile medico curante che ha donato, giorno dopo giorno, la sua vita al prossimo, dedicandogli una targa.
Un omaggio ancor più concreto sarebbe, però quello, di aiutare sua figlia, ora rimasta sola, Daniele era vedovo già da anni. Ha voluto seguire le orma del papà, ha studiato medicina ed ora si sta specializzando in medicina generale. Sarebbe bello se le istituzioni potessero prendersi cura della figlia di un eroe mettendo da parte la lenta burocrazia e facendo in modo che una volta specializzatasi ella possa proseguire il lavoro di suo padre.”- è il ricordo commosso di Maurizio Crispino, amico e paziente del medico eroe.
“Le parole di Maurizio ci hanno colpito nel profondo. Credo sia doveroso omaggiare quei medici e quegli infermieri che hanno donato la vita per combattere il covid, per questo abbiamo chiesto al Comune di Napoli di provvedere a dedicare una targa commemorativa a Daniele Cagnacci. E’ giusto che lo Stato ora non lasci sola sua figlia e la metta in condizioni di poter seguire le orme del suo papà”- ha commentato il Consigliere Regionale di Europa Verde Francesco Emilio Borrelli.
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