In questo periodo di grande incertezza numerosi studiosi hanno voluto ridefinire le strutture museali come luoghi di cura dell’anima, soffermandosi sull’importanza che assumono nella nostra società, educando al bello, nell’insegnamento e nella divulgazione della storia che ci appartiene più da vicino. Non tralasciando la difficile mission della formazione di nuove professionalità preparate alla gestione del nostro Patrimonio culturale ed artistico. Non esiste un museo fine a se stesso, ma un’immensa rete interconnessa che ha l’obbligo di istruire e preparare le nuove generazioni alla diffusione capillare della cultura, così da determinare la crescita civica di ogni individuo. I musei rappresentano il completamento necessario del percorso scolastico dei giovani, il momento più alto per vivere le nostre tradizioni culturali in una vera sfida di rinnovamento culturale.
Dopo questo tempo sospeso, nessuno comunque è in grado di fare previsioni. A causa della pandemia da coronavirus ci aspetta un 2021 difficile, in quanto, nonostante l’arrivo dei vaccini, la mobilità delle persone continuerà ad essere limitata e di conseguenza la fruizione dei beni culturali rimarrà contingentata. E’ il momento, quindi, di uno sforzo comune per reinventarsi una nuova strategia di prossimità, capace, mantenendo comunque un’offerta di alta qualità, di attrarre il pubblico del territorio. L’altra sfida post covid, che attende poi tutti i musei italiani, è quella della digitalizzazione, per proporre al grande pubblico tour virtuali alla scoperta dei nostri tesori culturali: una sfida che il MAV, il Museo Archeologico Virtuale di Ercolano porta avanti, come capo fila, da ben 12 anni, avendo come mission la narrazione del passato con gli occhi del futuro.
Se si volesse dare una definizione del MAV si potrebbe dire che è il luogo dove, attraverso la tecnologia e la luce, si restituisce la memoria del nostro passato, dando forma all’invisibile, al negato, al mancante: a ciò che non può più essere visto e a ciò che non è ancora visibile, grazie alla magia tecnologica dell’ultima versione MAV 5.0 – Virtual multiReality, la più avanzata di sempre che, da ottobre 2019, ha rivoluzionato radicalmente il modo di vivere l’esperienza conoscitiva del viaggio virtuale nella vita e nello splendore delle principali aree archeologiche di Pompei, Ercolano, Baia, Stabia e Capri, per meglio comprenderne il passato con gli occhi di un viaggiatore d’altri tempi.
Noi del MAV di Ercolano ci crediamo. E durante questo lungo lockdown abbiamo cercato di adempiere ai nostri doveri divulgativi, attraverso il web e i canali social, nella valorizzazione delle eccellenze archeologiche del territorio vesuviano e campano, mostrando al grande pubblico la fedele ricostruzione, più volte validata scientificamente, della grande bellezza delle città e delle dimore romane alle pendici del Vesuvio e non solo, prima della devastante e tragica eruzione del 79 d.C.
Secondo la nota casa editrice internazionale di guide turistiche Lonely Planet, l’antica Herculaneum è una delle nove città perdute più affascinanti del mondo, una città nobile abitata dai membri della famiglia imperiale, una miniera d’oro per gli archeologi, ancora tutta da scoprire. Di tutta questa bellezza ne è ampia testimonianza la Villa dei Papiri, una delle più grandi e sontuose residenze romane, riportate alla luce dagli scavi di epoca borbonica, tra il 1750 ed il 1764. La sua ricostruzione virtuale è un grande attrattore del MAV, in quanto la Villa si estende sotto l’attuale centro abitato, a circa trenta metri di profondità, e arriva fino al mare. Oltre alla straordinaria raccolta di opere d’arte, lo scavo della villa ha restituito una ingente biblioteca di papiri con testi greci e latini.
L’esplorazione avvenne attraverso una rete di cunicoli che furono scavati nel duro banco di roccia vulcanica, sotto la direzione dell’ingegnere svizzero Karl Jakob Weber il quale realizzò anche una accuratissima mappa della villa, che ancora oggi è in gran parte sepolta.
Villa dei Papiri fu la residenza estiva di Lucio Calpurnio Pisone, suocero di Giulio Cesare e letterato, che proteggeva poeti e filosofi. Egli fece costruire presso la sua residenza, e per volere del filosofo Filodemo di Gadara, una biblioteca che rappresentò uno dei più importanti luoghi culturali del tempo.
Qui dai primi scavi del 1752 gli archeologi hanno recuperato circa 2000 rotoli di papiro che potrebbero restituirci aspetti ancora sconosciuti dell’antica storia romana. Ma la speranza degli studiosi e dei linguisti greci e latini è che fra i papiri di villa Pisone possa essersi conservata, sotto lo strato di fango, anche l’ultima copia esistente della “Storia di Roma” di Ennio, un’opera di cui se ne conosce solo una parte, e il cui ritrovamento potrebbe contribuire alla riscrittura dell’intera storia di Roma.
È stato possibile recuperare i papiri perché la carbonizzazione dei documenti non avvenne per il calore della lava, ma per un processo di mineralizzazione favorito dal materiale che sommerse Ercolano nel 79 d.C.
Il Museo Archeologico virtuale di Ercolano, secondo le disposizioni del DPCM del 3 novembre per la prevenzione della diffusione del contagio da coronavirus, è chiuso dal 5 novembre fino a nuove disposizioni.
E in attesa della prossima riapertura, il nostro invito è quello di visitare il museo MAV via web e di condividere sui nostri social le molte iniziative promosse, per mantenere sempre accesa la fiamma della conoscenza, nel desiderio di far parte di quella grande comunità culturale che non dimentica mai il proprio passato!
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