Una nuova branca di mercato sta conquistando sempre più visibilità: le tecnologie permettono di creare personaggi avatar virtuali che ormai sono molte le aziende, soprattutto in Giappone, che investono decine di milioni di dollari in “talenti virtuali” e creano agenzie di talenti per gestire questi avatar.
È un movimento che lascia grandi riflessioni – potrebbe cambiare il modo di fare pubblicità e il ruolo con cui si interagisce con la tecnologia. Potrebbe anche lasciarci vivere per sempre.
Per spiegare meglio cosa sono questi avatar, basta pensare ai normali vlogger che già conosciamo: i contenuti delle pagine sono molto simili, ma gli avatar sono dei personaggi fittizi che hanno la voce di una persona. Vengono anche chiamati VTubers.
Ormai hanno preso così tanto piede che non c’è neanche un modo semplice per misurare esattamente quanti VTuber ci sono. User Local, un sito di statistiche web con sede a Tokyo, ne conta almeno 2.000.
Ci sono anche esempio di vlogger trasformati in VTuber: come Ami Yamato, amante di Starbucks, che va in giro a Londra affiancando le personi comuni.
È fuori dubbio che ormai sia nato un nuovo settore industriale. Ed è davvero illimitato il mondo delle applicazioni a cui si possono prestare i VTubers.
Come reagiranno i principali marchi e i colossi del mercato globale? È una domanda a cui è difficile dare risposta.
Per esempio sappiamo che molti YouTubers stanno valutando il passaggio ad una controparte virtuale che li alleggerirebbe di molto il lavoro. Ma anche i siti di giochi di fortuna, come spikeslot.com con le slot machine gratis potrebbero vedere migliorate le loro performance sfruttando un avatar specializzato.
Articolo pubblicato il giorno 4 Dicembre 2020 - 17:09