Visita a sorpresa, questa mattina, nel carcere di Poggioreale a Napoli del Ministro della Giustizia Alfonso Bonafede. Accompagnato dal Vice Capo del DAP, Roberto Tartaglia, dal Provveditore Regionale campano, Antonio Fullone, dal direttore del carcere, Carlo Berdini, e dal Comandante del Reparto di Polizia Penitenziaria, Gaetano Diglio, il Guardasigilli, dopo una visita nelle sezioni detentive, ha incontrato i segretari regionali delle OO. SS. del Comparto Sicurezza.
“Il SAPPE”, spiega il Segretario nazionale della Campania Emilio Fattorello, presente all’incontro, “ha rappresentato alcune criticità al Ministro Bonafede. Le dotazioni organiche devono essere riviste, i tempi concorsuali di assunzione sono troppo lenti e le attuali assunzioni sono troppo esigue per le necessità del Corpo a partire proprio da Poggioreale, carcere simbolo nazionale ove si racchiudono tutte le criticità del sistema Penitenziario Italiano. Il SAPPE ha evidenziato l’annus orribilus che ha vissuto la Polizia Penitenziaria in campo nazionale ed in particolare in Campania, con eventi critici ormai noti a tutti. Il SAPPE ha chiesto inoltre la dotazione di mezzi idonei al contenimento degli atti violenti posti in essere dalla popolazione detenuta. Altra richiesta sollevata al Ministro è stata quella di rivedere i criteri ed i programmi per una formazione professionale del Personale del Corpo, moderna e funzionale”. E il Ministro ha raccolto le richieste avanzate in maniera favorevole garantendo il suo personale interessamento alle problematiche sollevate. E’ stato quindi osservato un minuto di raccoglimento davanti la lapide degli otto colleghi del disciolto Corpo degli Agenti di Custodi trucidati dalla samorra agli inizi degli anni 80 unitamente al V. Direttore Salvia.
“Anche il Vice Capo del DAP, Roberto Tartaglia ha avuto lodevoli parole verso gli appartenenti al Corpo in servizio a Poggioreale”, conclude Fattorello, “sottolineando come in un mese il contagio Covid-19 molto alto tra i detenuti in Poggioreale si è ridotto ad una sola unità odierna. Il Ministro Buonafede ed il v. Capo DAP si sono intrattenuti con il personale prima di lasciare l’istituto”.
Donato Capece, segretario generale del Sindacato Autonomo Polizia Penitenziaria SAPPE, auspica che il Governo Conte bis si impegni concretamente per sanare le criticità evidenziate e sottolinea: “e carceri sono più sicure assumendo gli Agenti di Polizia Penitenziaria che mancano, finanziando gli interventi per far funzionare i sistemi anti-scavalcamento e potenziare i livelli di sicurezza delle carceri: eppure, le rivolte di marzo avrebbero dovuto far comprendere che si deve puntare sul potenziamo delle politiche di sicurezza piuttosto che favoleggiare di amnistie ed indulti”.
Ma per il SAPPE servono altri provvedimenti: “Fare lavorare i detenuti durante la detenzione dev’essere prioritario: lo stare in cella a non far nulla, l’ozio, è concausa delle costanti tensioni e dei continui eventi critici. Su questo c’è ancora molto da fare. In Italia lavora circa il 15% dei presenti, quasi tutti alle dipendenze del DAP in lavori di pulizia o comunque interni al carcere, poche ore a settimana. Eppure, chi sconta la pena in carcere ha un tasso di recidiva del 68,4%, contro il 19% di chi fruisce di misure alternative e addirittura dell’1% di chi è inserito nel circuito produttivo. Tenere i detenuti fuori dalle celle buona parte del giorno a non far nulla è una scelta assurda e pericolosa. Dovrebbero lavorare, i meno pericolosi in progetti di recupero ambientale nelle città, pulendo i greti dei fiumi o i giardini pubblici, gli altri in attività dentro al carcere”.
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