Il garante regionale dei detenuti Samuele Ciambriello torna a sottolineare l’importanza di un piano di vaccinazioni contro il Covid che includa, tra le priorità, anche chi vive e chi lavora all’interno degli istituti di pena e chiede l’intervento concreto della politica.
«Venite ad ascoltare le nostre ragioni sabato mattina, in occasione del presidio davanti a Poggioreale. Venite a comprendere il disagio del mondo penitenziario. Il mio invito – afferma Ciambriello – è di venire ed entrare anche nel carcere. Perché non si può più perdere tempo per adottare provvedimenti che possono ridurre la presenza nelle carceri sovraffollate e consentire a quante più persone possibile di scontare, con misure alternative al carcere, la propria pena. Si può fare – sostiene il garante – senza alcun pericolo sociale, allarmismi e falso giustizialismo, nel rispetto della Costituzione e anche di tutte le vittime perché la pena non deve essere mai vendetta e non può essere contraria al senso di umanità e di giustizia».
Così, mentre sul piano politico è già iniziato lo scontro per il piano di attribuzione dei vaccini nella prima fase e per la ripartizione fra le Regioni (ripartizione che ha sollevato il dissenso del governatore De Luca che insisterà nella richiesta di commisurare il piano di attribuzione dei vaccini a criteri oggettivi per evitare disparità di trattamenti e competizioni territoriali), sul piano locale si continua a fare i conti con i bollettini Covid anche all’interno delle carceri. Per quel che riguarda il mondo dietro le sbarre, i dati più aggiornati fanno riferimento a un totale di 73 detenuti positivi (due dei quali ricoverati in ospedale) e 93 contagi fra il personale che lavora all’interno degli istituti di pena. In particolare, ci sono 10 positivi nel carcere di Poggioreale, 61 nel carcere di Secondigliano, 2 in quello di Benevento.
Garante e penalisti da tempo sostengono la necessità di considerare tra le priorità, oltre a medici, infermieri e anziani ricoverati nelle residenze sanitarie assistenziali come finora previsto dal piano nazionale, anche un piano di vaccinazioni in tempi rapidi all’interno delle carceri. «Il presidente del Consiglio regionale Gennaro Oliviero l’ha chiesto per tutti i detenuti e il personale delle carceri campane – spiega Ciambriello – Propongo di cominciare almeno dai due principali istituti cittadini dove i contagi hanno provocato già dei decessi».
Sicurezza, salute e dignità in carcere, di questo si parla. In nome di questi diritti domani alle 11 scatteranno un presidio davanti a Poggioreale e una giornata di sciopero della fame a cui ha già aderito la Diocesi di Napoli e a cui Ciambriello chiede che si uniscano anche i politici.
All’appello del garante Ciambriello, della pastorale carceraria e di don Franco Esposito, cappellano di Poggioreale, hanno finora aderito il cardinale Crescenzio Sepe, frati e parroci di frontiera, cappellani delle carceri e volontari. «Sarà un giorno di digiuno per la dignità dei detenuti, affinché nessuno sia dimenticato, affinché chi ha sbagliato possa pagare il suo debito ma non a prezzo della vita, affinché chi è detenuto abbia diritto alla tutela della propria vita e affinché il carcere non sia un luogo separato dalla società». «Ogni vita – conclude il garante – dev’essere salvata da un virus che non conosce limiti né barriere».
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