Ancora follia e violenza nel carcere di Poggioreale a Napoli, con quattro appartenenti al Corpo di Polizia Penitenziaria contusi che sono dovuti ricorrere alle cure dei sanitari.
Lo denuncia in un comunicato stampa Emilio Fattorello, segretario nazionale per la Campania del Sindacato Autonomo Polizia Penitenziaria SAPPE: “Questa mattina un detenuto ventenne, A. S., di origine nigeriana, ha inscenato una manifestazione di protesta in maniera violenta per contestare la convalida di arresto emanata dalla Autorità Giudiziaria competente nei suoi confronti. L’esagitato, in quarantena perchè nuovo giunto, oltre a devastare la cella nel Reparto Venezia appena ristrutturato, ha poi aggredito il personale della Polizia Penitenziaria, intervenuto per riportarlo alla calma, con inaudita violenza, armatosi del braccio che sosteneva l’apparecchio televisivo alla parete. Al termine dell’azione di contenimento messo in atto dai colleghi risultavano contusi quattro di essi che facevano ricorso alle cure dei sanitari nel locale presidio dove venivano refertati ed esonerati dal servizio. Poggioreale, che continua a superare le 2000 unità di ristretti, conferma un esponenziale sovraffollamento che mette in crisi un personale già di per sé sottorganico, ancora prima della seconda ondata della Pandemia che al momento registra all’interno del Penitenziario Partenopeo una settantina di detenuti positivi e circa trenta poliziotti ed operatori di altro comparto positivi come rilevato dal report della stessa Amministrazione”.
Donato Capece, segretario generale del SAPPE, esprime solidarietà e vicinanza ai poliziotti feriti a Poggioreale e denuncia: “ogni giorno giungono notizie di aggressioni a donne e uomini del Corpo in servizio negli Istituti penitenziari del Paese, sempre più contusi, feriti, umiliati e vittime di violenze da parte di una parte di popolazione detenuta che non ha alcuna remora a scagliarsi contro chi in carcere rappresenta lo Stato. E non va trascurato il fatto che negli ultimi dieci anni ci sia stata un’impennata dei detenuti stranieri nelle carceri italiane, che da una percentuale media del 15% negli anni ’90 sono passati oggi ad essere oltre 17mila”.
Il SAPPE ricorda di essere sceso più volte in piazza proprio per chiedere tutele ai poliziotti penitenziari, manifestazioni culminate in quella di Roma dello scorso 14 ottobre 2020 insieme ai rappresentanti della altre Forze di Polizia: ”Sono mesi che portiamo avanti le battaglie a favore di ogni singolo operatore delle forze dell’ordine e del soccorso pubblico. Mesi che rivendichiamo il nostro ruolo ormai attaccato da più parti e che vacilla sotto i colpi di normative che non ci tutelano di leggi troppo blande per chi delinque come la vigilanza dinamica ed il regime aperto nelle carceri e di quel partito dell’antipolizia che non perde occasione per strumentalizzare ogni singolo episodio. Dimenticando l’infinito lavoro quotidiano che tutte le donne e gli uomini in divisa compiono con abnegazione ed altissima professionalità ogni giorno. Siamo scesi in piazza tutti insieme per manifestare il dissenso verso chi ci ha lasciato senza tutele di fronte a problemi sempre più complessi e rivendichiamo tutele e garanzie funzionali nuovi strumenti che migliorino il nostro servizio bodycam e Taser su tutti nuovi protocolli operativi e soprattutto tutele legali, Parole poche, fatti tanti, e le aggressioni contro la Polizia Penitenziaria continuano. E questo è grave e inaccettabile!”, conclude Capece.
Articolo pubblicato il giorno 5 Dicembre 2020 - 15:40