foto finanza genova
Il viadotto Polcevera, crollato il 14 agosto del 2018 facendo 43 morti e 566 sfollati, non aveva subito deformazioni prema della tragedia. Lo sostiene uno studio del Cnr.Un team di ricercatori dell’Istituto per il rilevamento elettromagnetico dell’ambiente (Irea) del Cnr di Napoli ha condotto uno studio, basato sull’elaborazione di dati radar satellitari, sui possibili movimenti pre-crollo.
Lo studio e’ stato condotto nell’ambito delle attivita’ svolte in qualita’ di Centro di Competenza per il Dipartimento di Protezione Civile Italiana per lo studio da satellite dei fenomeni di deformazione del suolo e del costruito. Lo studio ha dimostrato l’assenza di significativi spostamenti precursori del crollo del ponte Morandi, nelle osservazioni radar satellitari, in evidente contrasto con quanto riportato nel lavoro di ‘Milillo et al’ (2019) dal titolo “Pre-Collapse Space Geodetic Observations of Critical Infrastructure: The Morandi Bridge”, pubblicato sulla rivista scientifica Remote Sensing. “Attraverso l’elaborazione tramite tecniche InSAR avanzate di dati SAR acquisiti dalla costellazione COSMO-SkyMed dell’Agenzia Spaziale Italiana nel periodo precedente al crollo (gennaio 2011 – agosto 2018) sono state generate serie temporali di deformazione relative all’area del viadotto che hanno rilevato l’assenza di movimenti superficiali precursori del crollo”, spiega l’ing. Riccardo Lanari, direttore facente funzioni del Cnr-Irea.
“Le caratteristiche di questi sensori, in particolare la risoluzione spaziale molto spinta (pochi m) e la lunghezza d’onda molto corta (circa 3 cm), hanno consentito di effettuare un’analisi dettagliata delle deformazioni relative a un’infrastruttura complessa come il ponte Morandi, in termini di densita’ di punti di misura e di capacita’ di monitorare nel tempo il comportamento dell’intera struttura, con accuratezze millimetriche. I prodotti delle elaborazioni interferometriche ottenute utilizzando due approcci indipendenti e alternativi, quali la tecnica Small BAseline Subset (SBAS) e la tecnica di Tomografia SAR, hanno mostrato una significativa consistenza e similarita’ tra loro in termini sia di copertura spaziale sia di entita’ della deformazione misurata, confermando la sostanziale assenza di movimenti superficiali precursori del crollo del ponte Morandi”, aggiungono Diego Reale e Manuela Bonano, ricercatori Cnr-Irea che hanno partecipato allo studio. I risultati ottenuti sono stati pubblicati in questo mese sulla rivistar Remote Sensing
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