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Crisanti: ‘Parlare di sci con 600 morti? Non è un paese normale’

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Crisanti: “Parlare di sci con 600 morti? Non è un paese normale. Bisognerebbe raggiungere un accordo a livello europeo”.

“Il problema non è l’impianto da sci, se sanifico le cabine o i sedili delle seggiovie, il problema è l’assembramento che si crea prima e dopo, la socialità che c’è, gli alberghi pieni”. Così a Buongiorno, su Sky TG24 Andrea Crisanti, direttore del laboratorio di microbiologia dell’Università di Padova. Sul fatto che si rischi che si vada a sciare all’estero, Crisanti ha aggiunto che “bisognerebbe raggiungere un accordo europeo, servirebbe la responsabilità di altri Paesi, Svizzera, Austria, Francia, peraltro ancora toccati pesantemente. Rimango senza parole che si parli di sci con 600 morti al giorno. Andare a sciare per divertirsi sapendo che questo causerà un aumento dei contagi e dei morti? Penso che questo non sia un Paese normale”.

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“Da quello che è trapelato mi sembra che le misure del Governo sono orientate al buonsenso, si cerca di fare in modo che queste feste di Natale siano un’occasione per consolidare i risultati ottenuti. È chiaro – ha aggiunto – che, se le feste di Natale e Capodanno si trasformano in un’occasione di assembramenti come durante l’estate, ricominciamo a gennaio e febbraio, è inevitabile. Più abbiamo socialità e più diamo occasione al virus di trasmettersi. C’è da bilanciare l’aspetto economico e di qualità della vita col fatto che questo si associa a maggiori ricoveri e morti”.


Articolo pubblicato il giorno 1 Dicembre 2020 - 10:11


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