“Ci sono rischi concreti di accesso di imprese collegate al crimine organizzato ai finanziamenti garantiti dalla mano pubblica”. Lo ha affermato il procuratore della Repubblica di Napoli, Giovanni Melillo, intervenuto alla conferenza stampa sull’arresto del latitante Antonio Di Martino. “Vi sono settori criminali che sicuramente hanno dovuto modificare le loro caratteristiche operative, tutti quei settori che richiedono presenze fisiche che coincidono con le tradizionali attività illegali – ha sottolineato Melillo -. Vi sono ambiti di operatività delle organizzazioni camorristiche che hanno ricevuto una straordinaria spinta dall’emergenza pandemica. È evidente che le organizzazioni criminali sono in grado di immettere in questa fase così difficile della vita economica e sociale del paese grandi risorse per acquisire attività economiche in gravi crisi di liquidità, nei settori di impresa collegati all’emergenza sanitaria”.
“La multiforme dimensione imprenditoriale delle principali organizzazioni camorristiche – ha spiegato il procuratore di Napoli, Melillo – permettono margini di adattamento alle nuove necessità e consente di operare senza i bisogni di liquidità e le difficoltà tipiche delle imprese non governate da interessi criminali. Da questo punto di vista questa fase della pandemia è una fase di profonda trasformazione del crimine organizzato. Ci sarà molto da lavorare e questo a prescindere dal tema, che insieme al procuratore Greco di Milano, abbiamo sollevato rispetto ai rischi concreti di accesso di imprese collegate al crimine organizzato ai finanziamenti garantiti dalla mano pubblica”.
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