Sarà la scienza a decidere “su dati oggettivi” come gli italiani trascorreranno le prossime festività natalizie. E la linea sarà durissima. Una sorta di lockdown che interesserà i giorni prefestivi e festivi di tutto il periodo natalizio e che vedrà in atto misure restrittive pari a quelle o delle zone rosse o arancioni. La decisione finale sarà presa tra domani sera e mercoledì mattina, dopo che il Comitato tecnico scientifico avrà formulato una proposta che l’esecutivo dovrà vagliare per poi decidere. L’idea è proprio quella di creare una grande area arancione con limitazioni sul versante della mobilità e chiusura delle attività di somministrazione che non ci stanno «si rischia la bancarotta» è questo il commento «noi non siamo untori, vogliamo lavorare». Sul territorio nazionale intanto si continuano a sfiorare i 500 morti quotidiani legati all’emergenza sanitaria e il Governo è alle prese con le misure da emanare per rendere impossibili gli assembramenti da shopping che si sono visti nell’ultimo weekend in tutte le grandi e piccole città.
“Servono misure più rigorose”
I tecnici hanno già fatto trapelare la necessità di adottare misure rigorose per evitare la terza ondata a Gennaio. Gli stessi tecnici stanno analizzando i dati che sottoporranno al Governo chiamato a decidere il da farsi. La decisione arriverà entro domani o mercoledì sera. L’ipotesi è quella di una zona rossa nazionale nei giorni festivi e prefestivi – un lockdown di fatto -, dalla vigilia a Santo Stefano, da San Silvestro a Capodanno, solo con i servizi essenziali aperti. Oppure quella – più accreditata – di una sorta di grande zona arancione, con i negozi aperti e i ristoranti chiusi. E con il coprifuoco anticipato alle 18 o alle 20. Si va quindi verso delle restrizioni con l’unica deroga forse degli spostamenti tra piccoli Comuni entro un certo numero di chilometri. La zona rossa nazionale nei festivi e prefestivi non vede però d’accordo tutti nel governo e nella maggioranza. E poi c’è il nodo ristori: la chiusura di negozi, bar e ristoranti porterebbe i gestori a chiedere un ulteriore sostegno economico.
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“Bisogna estendere le misure, altrimenti a gennaio saremo nei guai”
Le restrizioni sono legate, fanno sapere dal Comitato Tecnico Scientifico, all’impossibilità di un controllo capillare dell’intero territorio e dai dati che sono ancora «preoccupanti». Queste ipotesi però fanno dividere i presidenti delle regioni che rivendicano i risultati dei propri territori e chiedono misure eterogenee evitando quindi una chiusura totale e nazionale nel giorno in cui il Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, ha chiesto unità nella gestione dell’emergenza per superare la crisi sanitaria.
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“Si apre il rischio-bancarotta per il comparto del settore alberghiero-ricettivo”
«Si apre il rischio-bancarotta per il comparto del settore alberghiero-ricettivo». Temono un nuovo lockdown, con la chiusura delle attività nelle grandi festività di fine anno – come sembrerebbe orientato a fare il Governo – quando, secondo una stima Uiv-Ismea, le case che producono spumanti dovrebbero mettere a segno il 35% di tutto il loro fatturato annuo. Un nuovo fermo, quasi senza preavviso, dicono, per chi ha in ballo ordinativi di pesce, tartufi e prelibatezze fresche con i grossisti e per imprenditori che non sanno ancora se poter accettare o dover annullare le prenotazioni per i sontuosi menu di Natale e Capodanno. Si apre il rischio-bancarotta per il comparto del settore alberghiero-ricettivo che contro questa nuova mannaia da Covid ha manifestato al Pantheon, nel cuore della Capitale: «Non siamo untori, vogliamo lavorare» dicono gli imprenditori della somministrazione chiedendo credito, fiscalità di vantaggio e moratoria dei mutui.
Emilio D’Averio
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