Una risposta in cui gli 11 firmatari chiedono alla presidente di avviare un reale confronto volto al riconoscimento del ruolo e della differenza di vedute all’interno del Consiglio. “Finalmente la centralità dell’Avvocatura oplontina – si legge nella risposta-diventa un’esigenza pressante di questo COA! Il richiamo ad un generale senso di responsabilità, alla luce del drammatico momento che vive l’intero paese ed in specie l’Avvocatura, non può non essere valutato con la opportuna serenità, pur non apprezzando il parzialmente larvato richiamo alle motivazioni che avrebbero ispirato la nostra iniziativa. E’ inutile nascondere il vero tema centrale del dibattere. Ad oggi all’interno del Coa sono emerse due visioni di insieme completamente contrapposte che caratterizzano l’azione di due gruppi”.
Ed ecco le puntualizzazioni sulla diversità di vedute: “Voler ridurre le motivazioni di questa dicotomia a singoli episodi appare come analisi del tutto inveritiera ed inappropriata. Nel corso di questi mesi il nostro gruppo ha proposto numerose iniziative a favore della classe puntualmente disattese o artatamente imputate ad altri soggetti e ciò solo a fini di mera propaganda.
Riteniamo che il garbato appello al senso di responsabilità rivolto in particolare a “noi undici” debba coniugarsi con una serie di atti ed iniziative, sollecitati innumerevoli volte, che concretamente favoriscono la partecipazione corale del consiglio alle scelte ed alle iniziative da portare avanti. D’altronde, nel corso di ripetuti incontri informali, Ti abbiamo più volte invitato a cercare soluzioni capaci di trovare una sintesi rispetto a tale vivace dialettica. Soluzioni che sarebbero dovute provenire proprio da Te a cui abbiamo sempre riconosciuto il ruolo che istituzionalmente Ti deriva dalla carica”.
E infine le richieste di un confronto vero, leale e democratico: “Rispetto a tanto il più assoluto silenzio fino all’appello al senso di responsabilità. Silenzio che si è acuito anche per la Tua scelta, assolutamente non condivisa e più volte rappresentata, di non convocare il consiglio con una cadenza settimanale, nonostante sia urgente e pressante il grave momento che vive l’Avvocatura.
Poni le condizioni affinché le nostre proposte possano essere realmente oggetto di valutazione da parte dell’intero consiglio.
In questo drammatico momento occorre responsabilità reciproca. Infine di fronte alla paventata possibilità di scioglimento del Coa, noi 11 siamo di fatto la maggioranza, non permetteremo che ciò avvenga. Anzi, ne assicureremo il funzionamento”.
La lettera è firmata da Fausta Antonella Cirillo, Giusy di Nola, Francesco Maddaloni, Rachele Palomba, Francesco Pane, Vincenzo Polese, Antonino Raffone, Mario Sabbia, Francesco Savastano, Antonio Suarato, Giovanni Visco.
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